Antisemitismo, Antisionismo e Debunking

Amnesty International, megafono anti-israeliano

Sulle pagine de L’Informale abbiamo già avuto modo di occuparci di Riccardo Noury, portavoce di Amnesty International Italia, che da anni usa lo spazio concessogli su Il Fatto Quotidiano come megafono per fare bassa propaganda anti-israeliana. 

Con uno scritto del 30 ottobre, pubblicato sul suo blog presso Il Fatto, Noury ha accusato Israele di non avvisare i civili di Gaza prima dei bombardamenti, sostenendo che l’esercito israeliano avrebbe volutamente compiuto dei «crimini di guerra». 

Prima di bombardare le rampe di lancio e i depositi di armi di Hamas, volutamente collocati dall’organizzazione terroristica presso o in prossimità di edifici civili (abitazioni private, ospedali, scuole), i militari israeliani avvisano gli occupanti, in genere con un colpo d’avvertimento, in modo che possano evacuare l’area che sta per essere colpita. 

Noury, facendo riferimento a presunti «testimoni» e «vittime» di alcuni bombardamenti, riferisce che Israele non invierebbe alcun preavviso. Anche degli «eyewitness» di Amnesty International abbiamo già scritto. Si tratta di soggetti che, quando non rimangono sconosciuti, si rivelano inaffidabili. NGO Monitor ha documentato come Amnesty fornisca informazioni false, errate, riciclate da organizzazioni non governative palestinesi per nulla trasparenti.

L’organizzazione «umanitaria», in aperta violazione della sua politica di «imparzialità», impiega numerosi attivisti anti-israeliani e sostenitori del BDS come «testimoni» o membri del suo staff. Amnesty non utilizza una metodologia di ricerca credibile e manifesta una mancanza di competenza militare e legale.   

Basti pensare che, dopo la guerra di Gaza del 2014, pubblicò un report intitolato «Families under the Rubble», con cui accusava Israele di non prendere le necessarie precauzioni per ridurre al minimo i danni alle infrastrutture civili. Dopo una serie di obiezioni mosse al documento, Amnesty fu costretta ad ammettere di aver impiegato metodi d’indagine errati e parziali. 

Si legge sul sito di NGO Monitor: «Amnesty non applica una metodologia professionale per valutare il rispetto delle leggi sui conflitti armati e non offre standard, contesto, dati o statistiche per fornire una base comparativa per l’analisi». Il portavoce italiano di AI può garantire la veridicità di quanto affermato dai «testimoni» citati nell’articolo? 

Noury, inoltre, che considera insufficienti gli sforzi senza precedenti messi in atto da Israele per ridurre al minimo le vittime civili, quali il lancio opuscoli, le telefonate o i colpi di avvertimento, si guarda bene dal condannare, perfettamente in linea con la ONG di cui è portavoce, il fatto che Hamas usi la popolazione civile come scudo umano o che lanci razzi verso le città israeliane al confine con Gaza. 

Ancora una volta, il portavoce di Amnesty International Italia si rivela astiosamente anti-israeliano e, di fatto, dalla parte dei terroristi, per i quali manifesta una comprensione e un supporto ingiustificabili. 

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