Elementi di propaganda

Edward Said: Oppresso fraudolento

Edward Said è stato il secondo palestinese più famoso al mondo. E proprio come la Palestina, la sua biografia era falsa e la sua cultura non era altro che la difesa di un conflitto suprematista perpetuo contro gli abitanti indigeni ebrei che il mito coloniale della Palestina intendeva dislocare.  

Il grande genio del suprematismo arabo e islamico è stata la sua pretesa che la storia ebraica di una minoranza indigena che resiste al loro colonialismo fosse in realtà la loro storia. Non essendo riusciti a distruggere tutte le culture che avevano conquistato, si sono invece appropriati delle loro storie, dipingendo i loro imperi caduti come le tragiche vittime dell’imperialismo degli stessi popoli che avevano conquistato e oppresso.  

Gli arabi e i musulmani sono rimasti il gruppo dominante e dominatore del Medio Oriente, reprimendo altre culture e religioni dal Nord Africa al Golfo Persico, ma hanno ribaltato i libri di storia in modo che i discendenti dei califfi e dei conquistatori che avevano schiacciato gli ebrei e altre popolazioni indigene sotto i loro stivali potessero reinventarsi come vittime dell’oppressione ebraica. I membri di vaste famiglie e clan sparsi per il Medio Oriente abbracciavano selettivamente un’identità palestinese se si trovavano, in qualsiasi momento della loro vita, all’interno dei confini dello Stato ebraico.  

Questo è il tema più ampio di Making David Into Goliath: How the World Turned Against Israel di Joshua Muravchik e del suo capitolo su Edward Said, che ha contribuito a capovolgere i libri di storia.  

Come molti degli oppressi di professione, Edward Said proveniva da agio e privilegi. Come Arafat, il palestinese più famoso al mondo, Said, il secondo palestinese più famoso al mondo, proveniva dal Cairo.  

La sua infanzia in “Palestina” era una finzione come la Palestina stessa. Al contrario, sua madre si era recata a partorire a Gerusalemme per approfittare delle competenze mediche degli ebrei. Da quel piccolo atto di occupazione derivò la vasta appropriazione culturale che il neo-battezzato “palestinese” avrebbe inflitto agli abitanti indigeni di Gerusalemme.  

La carriera di Edward Said lo portò all’interno del mondo accademico, dove denunciò gli studiosi rivali per aver costruito stereotipi semplicistici sul Medio Oriente, definendoli “orientalisti” che “alteravano” l’Oriente.  

In un’esibizione di ipocrisia tipicamente tribale, Edward Said stava prendendo le distanze dalle stesse persone che accusava di prendere le distanze dal suo stesso popolo.  

Ciò che mancava a Edward Said in termini di competenza di studioso (pensava che la conquista islamica dell’odierna Turchia fosse avvenuta prima della conquista del Nord Africa) e onestà (sosteneva che l’OLP rifiutava il terrorismo) lo compensava con un’indignazione artificiosa, come documenta Joshua Muravchik 

Edward Said trasformò i coloni musulmani e arabi in popoli indigeni oppressi in lotta contro i colonizzatori europei. Le complesse realtà sfumate di studiosi legittimati che riconoscevano che europei e arabi erano stati entrambi imperialisti e colonizzatori nelle loro rispettive epoche vennero spazzate via dalle polemiche nazionalistiche di Said.

Accusando studiosi legittimi di essere orientalisti razzisti e colonialisti, Edward Said fu in grado di imporre la propria storia razzista e colonialista revisionista al mondo accademico.    

La Nuova Sinistra ha fatto del nazionalismo del Terzo Mondo il suo nuovo credo. Il sostegno di Said all’OLP lo rendeva una voce per la giustizia, a prescindere da quante bugie avesse detto o da come la sua errata ricerca avesse pervertito la storia. I nazionalisti del Terzo Mondo potevano legittimamente appellarsi al senso di colpa dell’Occidente e agire come voci morali nei campus, per volere di una sinistra che presumeva con disinvoltura che solo il terrore politico avrebbe posto fine al ciclo dell’oppressione.  

La sfortunata verità delle vicende umane è che tutti opprimono qualcun altro. La grande questione che la sinistra non ha voluto affrontare è chi è oppresso dalle loro vittime designate.

Trattando personaggi come Edward Said come serbatoi di moralità incontestabile, la sinistra è diventata complice dell’oppressione altrui. Le vecchie lezioni dell’URSS e della Rivoluzione francese, il pericolo di consegnare un’autorità morale illimitata a fanatici indignati con un programma, non sono state assimilate. La classe ha lasciato il posto alla razza. Le élite che avevano preteso di parlare a nome dei lavoratori in Francia e in Russia sono state destituite. Le nuove élite erano abbienti laureati come Edward Said, che sosteneva di parlare a nome di un popolo inesistente in un Paese immaginario sulla base di tre vacanze che vi aveva fatto.    

Non si trattò solo di un atto di colonialismo incredibilmente impudente, ma di un atto che ebbe gravi conseguenze per l’integrità intellettuale del mondo accademico. Edward Said aveva conquistato il suo posto nella rivoluzione accademica denunciando praticamente tutti gli altri per il loro orientalismo. I fatti erano il suo punto debole, ma la sua tattica era stalinista. Denunciare i potenziali avversari come una classe gli permise di trasformare il proprio orientalismo nel lysenkoismo del suo campo. Non fu la qualità delle sue ricerche a fargli guadagnare influenza, ma l’ampiezza della sua denuncia. Il lavoro di Said non era inclusivo, era esclusivo. Arrivò a sbarrare la porta.  

In Making David Into Goliath, Joshua Muravchik analizza molti dei miti e delle frodi che Edward Said ha costruito intorno a sé. Eppure i miti non potranno mai essere distrutti del tutto a causa del ruolo cruciale che egli ha svolto nell’alleanza tra la Nuova Sinistra e i nazionalisti del Terzo Mondo. Le sue idee hanno contribuito ad assegnare credibilità intellettuale all’intreccio di due movimenti totalitari reazionari che lottavano per rimanere rilevanti denunciando ogni sistema di governo e di pensiero più recente.  

Come molti razzisti, le denunce di Edward Said contro gli altri erano in realtà espressioni dei propri limiti. Said condannava i suoi nemici accademici perché non riuscivano a vedere la diversità dell’Est, quando era Said che si rifiutava di vedere la diversità dell’Ovest. Edward Said riduceva i suoi avversari a rozzi stereotipi, accusandoli di ridurre arabi e musulmani a rozzi stereotipi.  

Edward Said accusò i suoi avversari di costruire miti colonialisti, ma la sua ossessione per Israele lo ha portò a promuovere un mito colonialista in cui i suoi antenati imperialisti erano il vero popolo indigeno e gli ebrei, la maggior parte dei quali erano rifugiati mediorientali, erano usurpatori stranieri.  

Edward Said ha macchiato il campo degli studi con questa storia nazionalista revisionista. La sua difesa del colonialismo arabo e islamico, in un’epoca in cui il mondo accademico non vedeva più di buon occhio i conquistatori, gli imponeva di capovolgere la storia e di creare una narrazione di colonizzatori oppressi che soffrivano per mano degli indigeni appena liberati che essi stessi avevano oppresso.

Questa perversione locale della storia si inseriva nella più ampia perversione globale dell’orientalismo, che incriminava gli studi sul Medio Oriente per il loro colonialismo intellettuale, come parte dello sforzo di Said di colonizzare lo studio del Medio Oriente con il proprio nazionalismo tribale. Come un ladro che finge di essere un poliziotto per spaventare gli altri ladri concorrenti che immagina siano in agguato nelle vicinanze, Edward Said mascherò l’imperialismo e il colonialismo del suo programma travestendolo da anti-imperialismo e anti-colonialismo.

Dalla sua biografia alle sue idee, dalla testa ai piedi, Edward Said fu un impostore. Né un grande studioso né un grande pensatore, il nazionalismo privato di Said si inseriva in un più ampio dibattito intellettuale che si svolgeva all’interno della cultura. Il suo lavoro continua a vivere grazie alle sovvenzioni dei principi sauditi e perché funge da pilastro di un’accademia post-americana in cui le accuse politiche hanno preso il posto della ricerca.

Arafat ha dirottato gli aerei in nome di un falso nazionalismo, ma Edward Said ha dirottato il mondo accademico. Questi due nativi del Cairo avevano vissuto brevemente in Israele da bambini e costruirono la loro carriera attorno agli sforzi imperialisti di colonizzare Israele con miti e violenza, con bugie e terrore, fingendo di essere gli oppressi quando in realtà erano gli oppressori.  

https://archives.frontpagemag.com/fpm/edward-said-oppressed-fraud-daniel-greenfield/

Traduzione di Davide Cavaliere

  

 

 

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