Antisemitismo, Antisionismo e Debunking

Il 48% dei palestinesi è contrario all’esistenza di Israele, il 75% favorevole all’Intifada

Quali sono i reali problemi dei palestinesi? Gli insediamenti israeliani in Cisgiordania? Le misere condizioni di vita?
Nient’affatto. Le convinzioni occidentali sono destinate ad essere smentite dai palestinesi stessi. Secondo un sondaggio condotto dal centro Watan Studi e ricerche, infatti, circa la metà dei palestinesi (48%) considera come unico e vero problema l’esistenza stessa dello stato di Israele.
Per questo motivo, il vero obiettivo dell’Intifada, secondo costoro, dovrebbe essere la “liberazione di tutta la Palestina”, ossia la distruzione dello stato di Israele e la sua sostituzione con uno stato palestinese.
Di più: addirittura il 75%, quindi la stragrande maggioranza, approva l’Intifada. Più del 44% degli intervistati supporta l’uso di armi da fuoco contro Israele; il 18% è a favore dell’utilizzo di coltelli per uccidere gli ebrei, un altro 14% non condanna i lanci di pietre contro “gli occupanti”. Questo contraddice le rassicurazioni di Abu Mazen secondo cui i palestinesi vorrebbero una rivolta “pacifica e popolare”.


Un gioco molto importante è svolto proprio dalla propaganda di Abbas e dell’Anp, le cui parole di incitamento quotidiano contro Israele hanno senz’altro fatto breccia nell’opinione pubblica.
Abu Mazen sembra ignorare intenzionalmente quanto lui e la sua Autorità Palestinese siano responsabili della violenza.
Lo stesso sondaggio rivela che soltanto l’11% degli intervistati sostiene che il vero e unico obiettivo dell’Intifada debba essere quello di “liberare” i territori conquistati da Israele nel 1967. Un altro 12% ha dichiarato di credere che l’obiettivo dell’Intifada sia quello di liberare i prigionieri detenuti in Israele.

Abu Mazen ha più volte affermato nel corso delle ultime settimane che i terroristi uccidano o commettano atti di vuolenza per “disperazione e frustrazione” e la mancanza di un “orizzonte politico”. Eppure, per un anno intero ha raccontato al suo popolo che Israele avesse intenzione di distruggere la moschea di Al-Aqsa e “cancellare il carattere arabo e l’identità islamica” di Gerusalemme.
Ha inoltre più volte accusato Israele di commettere “crimini di guerra” ed “esecuzioni sommarie” di palestinesi innocenti.
Si tratta del tipo di incitamento che convince gli adolescenti palestinesi ad afferrare un coltello, correre in strada e uccidere il primo ebreo che incontrano. Giovani palestinesi che, come rileva il sondaggio i cui esiti si potevano prevedere, sono le prime vittime della velenosa campagna anti-israeliana che arriva alle loro orecchie dai leader dell’Anp, dai predicatori delle moschee, dalle agenzie di stampa e dai social media.

Contrariamente a quanto sostiene Abbas, non è mai stato trovato un terrorista che abbia affermato di aver attaccato un ebreo per “disperazione e frustrazione” o per la “mancanza di un orizzonte politico.” A giudicare anche solo dai social media, in molti semmai si prefiggono di uccidere gli ebrei per “difendere” la moschea di Al-Aqsa. Fin troppo chiaro il ruolo fondamentale delle ripetute accuse false di Abu Mazen, secondo cui gli ebrei stavano complottando per distruggere la moschea.

I risultati del sondaggio, condotto su un campione di 1.167 palestinesi al di sopra dei 18 anni, dimostrano che la maggioranza dei palestinesi continua a desiderare la distruzione di Israele. Solo pochi tra loro considerano Cisgiordania, Striscia di Gaza e Gerusalemme est come eventuale futuro Stato palestinese. Vorrebbero la “intifada” per sostituire interamente Israele con uno stato palestinese, preferibilmente ora che sarebbe governato da Hamas o da altre organizzazioni jhadiste.

Gli stessi palestinesi non vedono alcuna differenza tra  Ma’aleh Adumim, un “insediamento” alla periferia di Gerusalemme, e tutte le città all’interno di Israele. Basta leggere gli articoli nei media palestinesi per capire come Tel Aviv, Rishon LeZion, Kiryat Gat e Ra’anana siano tutti considerati “insediamenti”. E tutti gli israeliani, senza differenza alcuna, sono “coloni” e “colonialisti”.

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