Un nuovo annuncio, ma niente di nuovo sul tavolo. Biden chiede ancora una volta a Israele di perdere la guerra contro Hamas e lo fa pro domo sua.
Biden ha affermato che “è ora che questa guerra finisca” perché “Hamas non è capace di perpetrare un altro 7 ottobre” e perché ci sono “troppi morti”.
La verità è che Biden vuole che questa guerra finisca perché è nei guai con le imminenti elezioni presidenziali ed è profondamente preoccupato di perdere il Michigan e il Minnesota, dove c’è una forte base elettorale di elettori radicali democratici pro-Hamas, come quelli che hanno causato disordini nei campus americani. Biden è preoccupato anche di perdere i voti dei democratici ebrei, che hanno fortemente criticato la sua posizione su Israele, soprattutto, il ritiro delle armi (già pagate) da parte di Israele.
Il presidente Biden sbaglia quando afferma che “Hamas non è capace di perpetrare un altro 7 ottobre”, perché, con il sistematico rifornimento proveniente dai tunnel che portano in Egitto, Hamas potrà presto prendere di mira ancora una volta i civili israeliani.
Secondo Biden “una guerra indefinita alla ricerca di una non identificata idea di vittoria totale non farà altro che impantanare Israele e Gaza, prosciugando le risorse economiche, militari e umane, favorendo l’isolamento di Israele nel mondo”. E ancora: “Questo non riporterà a casa nessun ostaggio. Ciò non porterà una pace duratura. Ciò non porterà a Israele una sicurezza duratura”.
Sbagliato di nuovo. In effetti, il termine “vittoria totale” è generico e suona retorico. Sarebbe più appropriato parlare di “obiettivo pratico” che è lo sradicamento di Hamas da Gaza e il consegnare alla giustizia i suoi leader, sia quelli di Gaza che quelli di Doha.
Questi sono obiettivi realizzabili che le forze armate israeliane possono raggiungere. Infatti, quando l’IDF ha preso il controllo del corridoio Philadephi, dove sono stati trovati e distrutti gli arsenali e i rifornimenti di Hamas, gli attacchi missilistici contro Israele sono drasticamente diminuiti.
Biden sembra anche non rendersi conto che Hamas non rilascerà gli ostaggi rimasti perché questa è l’unica leva sulla quale possono premere. L’unica altra possibilità sarebbe quella di garantire l’immunità ai suoi leader e all’organizzazione una sorta di salvacondotto e, perché no, un’eventuale inclusione nella futura politica palestinese. Sarebbe tollerabile? No.
Biden ha torto anche riguardo all’“isolamento nel mondo” di Israele. Coloro che si sono rivoltati contro Israele erano già contro Israele. Le maschere sono semplicemente cadute. Israele ha bisogno di loro? Non credo.
Coloro che non riescono a distinguere tra Hamas, un’organizzazione terroristica che prende deliberatamente di mira i civili, sia israeliani che palestinesi (questi ultimi usati come scudi umani), e lo Stato di Israele che risponde a un attacco terroristico sono proprio come coloro che, dopo l’11 settembre, sono stati incapaci di distinguere tra al-Qaeda e gli Stati Uniti. Sfortunatamente, l’Amministrazione Biden sembra averlo dimenticato.
Naturalmente alcuni aspetti della campagna militare possono essere criticati, come quelli di qualsiasi altra guerra. Ma purtroppo è una guerra e, come tutti i conflitti, genera vittime. Teniamo ben presente chi ha iniziato questa guerra il 7 ottobre. Non dimentichiamo chi sta usando i civili come scudi umani, chi ha posizionato centri di controllo del terrorismo, armi e lanciarazzi all’interno di ospedali, scuole, moschee e strutture dell’Unrwa.
Il vero problema è che molti nella comunità internazionale non vogliono scontentare il regime iraniano e il Qatar, i due principali sostenitori di Hamas (ma forse potremmo includere anche la Turchia, membro della NATO). Per comprendere il presunto “isolamento di Israele”, dobbiamo esaminare in profondità le connessioni tra gli attori internazionali che remano contro Israele e i loro legami con l’Iran e il Qatar.
Questo “nuovo accordo” non funzionerà, come non ha funzionato in precedenza; non riuscirà a riportare indietro gli ostaggi rimasti, non porrà fine all’aggressione di Hamas contro Israele e non eviterà un altro 7 ottobre.
L’unico “accordo” che avrebbe dovuto essere spinto dai cosiddetti “alleati” di Israele è quello finalizzato al ritorno immediato e incondizionato di tutti gli ostaggi rimasti e la resa della leadership di Hamas. Tuttavia, ciò non è avvenuto.
Molti sembrano non rendersi conto che questa non è solo una guerra tra Israele e Hamas. Questa è una guerra tra il mondo democratico civilizzato e gli islamisti, sostenuti dal regime iraniano e dai suoi amici. Come ha affermato Noor Dahri, il direttore del think tank britannico Islamic Theology of Counter Terrorism, “Hamas è diventata un’ideologia islamista globale” e questo è sotto i nostri occhi.
Tuttavia, Biden ha ragione quando dice che “si tratta di un’opportunità storica per Hamas”, perché questo “accordo” quasi certamente garantirà la sicurezza dell’organizzazione terroristica palestinese.
In generale, l’impressione è che molti nella comunità internazionale siano molto più preoccupati per la sopravvivenza di Hamas, piuttosto che per il ritorno degli ostaggi israeliani. Come già detto, avete notato che non vi è alcun riferimento alla rinuncia alle armi e alla resa di Hamas? Perché nessuno le chiede?
Non è interessante che Hamas sembri avere molti più sostenitori in Occidente, piuttosto che nel mondo musulmano? Tuttavia, Hamas non deve sopravvivere.
https://blogs.timesofisrael.com/bidens-new-deal-is-same-old-and-will-lead-to-nowhere/
Traduzione di Niram Ferretti