Israele e Medio Oriente

Il prodotto di una società malata

Immediatamente dopo l’eccidio di ebrei del 7 ottobre, perpetrato dai terroristi palestinesi di Hamas, si sono levate numerose voci, a partire da quella del presidente USA Biden, con le quali si è evidenziato che Hamas non rappresenterebbe il popolo palestinese, anzi, che  sia proprio il popolo palestinese “la prima vittima di Hamas”.

Nei giorni successivi da questa affermazione surreale, si è poi  passati alla tesi secondo la quale Hamas è stato sì colpevole di questo mostruoso eccidio però considerando il contesto, ci sono delle ragioni, ragioni che hanno poi velocemente condotto alla ripugnante colpevolizzazione delle vittime. In sintesi la “colpa” sarebbe dei “coloni” e “dell’occupazione”.

Proveremo a capire se queste affermazioni hanno qualche fondamento o sono le ennesime giustificazioni nei confronti di una società, quella araba-palestinese, che ha fatto dell’antigiudaismo un tratto fondante della propria identità. 

Per prima cosa è utile ricordare che Hamas vinse le ultime elezioni amministrative tenute nei territori amministrati dai palestinesi nel 2006. Quell’anno ottenne il 44,45% dei voti, in pratica la quasi maggioranza assoluta dei votanti.

In base alla legge elettorale vigente, ottenne 74 seggi su 132 complessivi (67 costituiscono la maggioranza utile per governare), quindi, Hamas, fu ampiamente legittimato dalla popolazione palestinese a governare e portare avanti il proprio programma “politico” di sterminio degli ebrei come previsto da suo statuto.

Per fare un paragone storico con il fascismo in Italia e il nazismo in Germania, nessuno di questi partiti vinse le lezioni o prese il potere con un numero così considerevole di voti. Come si fa ad affermare che Hamas non rappresenta il popolo palestinese?

Queste elezioni furono annullate dall’Autorità Palestinese con la compiacenza di tutto l’Occidente, che notoriamente è favorevole alla democrazia rappresentativa solo quando le fa comodo.

Dal 2006, le elezioni, nei territori amministrati dai palestinesi, non si sono più tenute. Tuttavia, tutti i sondaggi che, da allora a oggi, sono stati effettuati mostrano in modo inequivocabile che Hamas è sempre il partito di maggioranza e che se si tenessero nuove elezioni le vincerebbe. Come si fa ad affermare che Hamas non rappresenta il popolo palestinese?  

Dal 2007 Hamas governa il territorio della striscia di Gaza dopo che, con un colpo di stato, esautorò l’Autorità Palestinese la quale deteneva il potere abusivamente dopo avere perso le elezioni. Da quel momento Hamas detiene il potere statuale sulla striscia di Gaza, in seguito trasformata in un formidabile centro di terrorismo con centinaia di chilometri di tunnel sotterranei costati decine di miliardi di dollari e realizzati con la compiacenza di tutti, a partire dalle ONG pseudo umanitarie.

L’aspetto forse peggiore del governo di Hamas è l’indottrinamento anti ebraico che dalle scuole materne contraddistingue l’educazione dei giovani palestinesi. Indottrinamento che avviene con la collusione dell’ONU, degli USA e della UE, che, benché informati di come sono gestite le scuole di ogni ordine e grado, non hanno mai fatto nulla per cambiare lo stato delle cose ed elargiscono sempre più fondi per perpetrare questa modalità educativa.

Se si amplia lo sguardo all’istruzione impartita nei territori controllati dall’Autorità Palestinese, si scopre che il medesimo tenore di odio anti ebraico è presente anche nei testi scolastici approvati dai “moderati” di Abu Mazen.

E’ utile ricordare che per poter compiere le efferatezze realizzate dai palestinesi il 7 ottobre, bisogna aver indottrinato all’odio per anni prima di essere in grado di potere contare su una manovalanza tanto zelante e feroce come si è potuto constatare dalle immagini riprese e diffuse dagli stessi esecutori. Ciò è potuto avvenire grazie all’”educazione” impartita a partire dalle scuole primarie.

Questo, tuttavia, per coloro i quali ritengono che esso non sarebbe di matrice fondamentalmente culturale, sarebbe invece il frutto di decenni di “occupazione” e della presenza dei “coloni”.

Per prima cosa bisogna ricordare che Israele ha abbandonato unilateralmente Gaza nel 2005 e che da allora ha ricevuto in cambio decine di migliaia di razzi sui propri centri abitati, attentati terroristici e odio anti ebraico istituzionalizzato. Come si fa a sostenere che la colpa sia dell’”occupazione” o dei “coloni”?

È la storia che smentisce questo assunto. Un caso, tra i tanti, che si possono citare è accaduto nel 1956. In quell’occasione un commando di terroristi palestinesi penetrò nel kibbutz di Nahal Oz, in Israele a pochi chilometri dal confine con Gaza. Tra i morti e feriti di quell’azione terroristica, bisogna rammentare il caso di Roi Rotberg, che fu rapito, seviziato, ucciso e mutilato e il cui corpo, orrendamente mutilato, fu poi trascinato per le strade di Gaza tra il giubilo della folla festante. Questo episodio non può essere paragonato all’eccidio del 7 ottobre, ma l’odio e il giubilo furono i medesimi che Hamas ha manifestato il mese scorso.

Non si trattò di un caso isolato, di attentati ed incursioni ce ne furono moltissimi, tanto che, nell’ottobre del 1956 Israele dovette compiere un’azione militare che portò alla conquista di Gaza e del Sinai.

Nel 1956 Gaza era governata dall’Egitto (anche se illegalmente). Dunque perché questo  feroce odio anti ebraico se non c’era “occupazione” israeliana e non c’erano i famigerati “coloni”? Perché l’odio e il rancore non era diretto verso gli egiziani che occupavano Gaza o verso i giordani che occupavano la Cisgiordania? Perché per i “palestinesi” non importava chi li governasse purché non fossero ebrei.

Appare evidente che la questione dell’”occupazione” e dei “coloni” è solo una fiction creata in Occidente per non volere vedere la realtà: gli arabi non accettano e non hanno mai accettato la presenza di uno Stato ebraico per quanto piccolo fosse. Supporre che, quando questa ennesima guerra, voluta dagli arabi, finirà, se il territorio di Gaza dovesse essere amministrato dall’Autorità Palestinese le cose andranno a posto e ci sarà una “giusta” pace, è una penosa illusione come gli ultimi 100 anni di storia hanno abbondantemente dimostrato.

La “pace”, per gli arabi, come ha eloquentemente affermato il presidente iraniano Ebrahim Raisi in visita a Riad,  si avrà solo quando gli ebrei di Israele saranno sterminati o cacciati e il loro Stato distrutto,

Il 7 ottobre 2023 è lì a ricordarcelo.    

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