Israele e Medio Oriente

La forza militare funziona, gli “accordi” dannosi no. L’“Operazione Arnon” lo ha dimostrato

La liberazione di quattro ostaggi detenuti da Hamas avvenuta sabato a Gaza, ottenuta con mezzi militari, è una brutta notizia per la formazione jihadista, per i suoi sostenitori e anche per alcuni leader della comunità internazionale che non perdono occasione per attaccare verbalmente Israele perché si difende.

Ad esempio, il rappresentante della politica estera dell’Unione Europea, Josep Borrell, ha definito l’operazione “un altro massacro di civili”, sottolineando che l’UE “lo condanna nei termini più forti”. Borrell si è anche congratulato per il loro rilascio dei quattro ostaggi e ha chiesto un “cessate il fuoco” (che ovviamente aiuterebbe Hamas) e “la fine delle uccisioni”.

Borrell, è stato obbligato a congratularsi per la liberazione degli ostaggi, non aveva altra scelta, tuttavia, le sue parole non sono solo contraddittorie e ipocrite, ma mostrano ancora una volta frustrazione e rancore contro Israele, questa volta per il successo dell’operazione antiterrorismo.

Non è una coincidenza che nel marzo 2024 Israele abbia notificato al capo della politica estera dell’Unione europea che non sarebbe stato il benvenuto in visita a seguito dei suoi continui e sistematici attacchi contro Israele.

Inoltre, appena sei giorni fa, l’Associazione Ebraica europea ha approvato una risoluzione, firmata da più di 100 delegati, che accusa Borrell di contribuire all’aumento dell’antisemitismo in Europa:

“Borrell ha dimostrato un chiaro e ripetuto pregiudizio anti-israeliano che ha contribuito in modo significativo al continuo antisemitismo e alla denigrazione dello Stato di Israele nel suo insieme nello spazio pubblico europeo”.

Evidentemente a Borrell non piace vedere Israele difendere con successo se stesso e i suoi concittadini.

In effetti, anche la leadership di Hamas con sede a Doha non è stata contenta della notizia, con il leader dell’organizzazione terroristica, Ismail Haniyeh, che ha dichiarato:

“Il nostro popolo non si arrenderà e la resistenza continuerà a difendere i nostri diritti di fronte a questo nemico criminale… E se l’occupazione crede di poterci imporre le sue scelte con la forza, si illude. Il movimento non sarà d’accordo su nessun accordo che non garantisca innanzitutto la sicurezza del nostro popolo”.

Haniyeh ha anche detto, ancora una volta, che Israele è coinvolto nei massacri del popolo palestinese a Gaza.

Come ha messo in luce la dinamica dell’operazione, Hamas nascondeva gli ostaggi all’interno di abitazioni civili per aumentare il numero delle vittime e poi accusare Israele di avere perpetrato, come sempre, un genocidio. L’organizzazione terroristica palestinese è ovviamente ben consapevole di contare sul sostegno politico della leadership europea.

L’operazione “Arnon” è stata una delle operazioni di salvataggio di ostaggi più complesse e pericolose mai condotte da Israele, dopo quella lanciata a Entebbe nel 1976.

Perpetrata in pieno giorno, ha richiesto il coordinamento delle unità speciali Yamam, dello Shin Bet, dei paracadutisti, dell’unità Kfir, della Divisione 98, della Brigata 7 e dell’Aeronautica Militare. Due giorni prima del lancio dell’operazione “Arnon”, i militari hanno lanciato un’altra operazione in una regione a est di Nuseirat, in modo da depistare la difesa di Hamas da Nuseirat.

Si tratta di un grande successo per Israele, politicamente, militarmente e a livello mediatico, per coloro che sono disposti a riconoscerlo come tale, ovviamente.

L’operazione “Arnon” ha dimostrato che la forza militare funziona molto meglio di “accordi” e “cessate il fuoco” deleteri che difficilmente riporterebbero a casa gli ostaggi rimasti mentre implicherebbero invece la perdita della guerra da parte di Israele e la permanenza di Hamas al potere. La pressione militare è l’unico modo per riportare le persone a casa.

L’esito positivo dell’operazione “Arnon” costituisce quindi un grosso problema per coloro che sostengono Hamas, direttamente o indirettamente, nascondendosi dietro la “questione umanitaria”.

Quanti di questi leader internazionali hanno chiesto chiaramente e inequivocabilmente la resa incondizionata di Hamas? Che Hamas deponga le armi e rilasci immediatamente tutti gli ostaggi?

Hamas è classificata come organizzazione terroristica dalla UE e dal Regno Unito, proprio come l’ISIS; tuttavia, molti governi e istituzioni europei utilizzano ancora due pesi e due misure quando si tratta di trattare con Hamas. Questo è un problema che deve essere affrontato e lo sarà, qualunque cosa implichi.

Traduzione di Niram Ferretti

https://blogs.timesofisrael.com/military-force-works-harmful-deals-do-not-operation-arnon-proved-it/

 

 

 

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