Islam e Islamismo

La Grande Menzogna Palestinese | di Daniel Greenfield

Il boss palestinese Mahmoud Abbas ha dichiarato recentemente che Israele è “una impresa colonialista che non ha nulla a che fare con l’ebraismo”. Mosè, il re Davide e millenni di storia ebraica sarebbero in disaccordo. Israele e gli ebrei sono parte della storia della civiltà umana. Oltre il 50% della razza umana ha un libro sacro che racconta la storia del viaggio ebraico verso Israele. Ciò include anche Maometto e la sua copia personale del Corano. Israele non è una “impresa colonialista”. La Palestina lo è.

Chiunque desideri scoprire da dove venga il nome Israele può aprire il Libro della Genesi, 32:29. La storia appare anche negli hadit islamici. Ma da dove viene realmente “Palestina”?.  Palestina non è una parola ebraica o araba. Lo usavano i greci per descrivere la regione e quando i romani e i loro mercenari arabi repressero la popolazione indigena ebraica, la rinominarono Palestina.

Palestina, a seguito dei filistei: ma perché i greci e i romani chiamarono la regione a seguito dei filistei?

I filistei erano un popolo marittimo di origine greca i quali avevano originariamente invaso e colonizzato la regione. La resistenza ebraica al colonialismo filisteo è riportata nelle storie di Sansone, del re Saul e del re Davide. Era naturale per le colonie greche e romane con le quali si scontrarono gli ebrei del Secondo Tempio, utilizzare il nome “Palestina”, il nome associato con colonie precedenti, per riferirsi alle loro nuove colonie. La seconda fase del colonialismo greco portò a un esteso conflitto tra l’impero persiano e la civiltà greco-romana. I romani fecero un uso esteso dei mercenari e dei governanti arabi per assicurarsi il proprio dominio e reprimere gli ebrei. Uno di loro era Erode, figlio di un padre idumeo e di una madre araba nabatea (secondo lo storico greco Strabone erano entrambi gente araba).

Il declino e la caduta degli imperi romano e persiano preparò la strada per le conquiste arabe della regione, ma le orde banditesche islamiche non avevano idee originali. La loro religione era un potpourri di giudaismo, cristianesimo, credenze pagane assortite e di fantasie violente di Maometto. Il resto della loro cultura lo presero all’ingrosso dai greci. Questo gioco di idiocrazia storica è giunto con un insieme di colonialisti arabi che si autodefiniscono “palestinesi” e affermano di discendere da…qualcuno.

In Germania, Abbas ha dichiarato che “la nazione della Palestina, nel corso della sua lunga storia è stata un faro di generosità e il nostro popolo è una estensione della civiltà cananea che dura da 3,500 anni“. L’Autorità Palestinese guidata dal non eletto dittatore venne creata nel 1993. Non ci fu mai un paese indipendente prima di allora, e le menti portate alla ricerca amerebbero sapere cosa abbia in comune un gruppo terrorista islamico e i clan arabi che sovraintende con la civiltà cananea. Il fuoco, la ruota? Ma poi Abbas ha anche sottolineato che “Maometto il profeta era palestinese”. Secondo la tradizione islamica, Maometto era un arabo del settentrione che veniva dall’Arabia. Gli arabi affermano di discendere da Ismaele e Abramo. Ciò significa che non sono cananei. Un certo numero dei clan arabi che compongono i “palestinesi” hanno la loro origine in Arabia. Per un breve, luminoso momento, Abbas stava dicendo la verità.

Precedentemente Abbas aveva affermato che anche Gesù era un palestinese. Se state seguendo il filo, ciò significa che i palestinesi sono cananei, arabi e ebrei. Si tratta sicuramente di una affermazione che compendia molte basi storiche. Ma siamo solo all’inizio.

“La Bibbia afferma, con queste parole, che i palestinesi esistevano prima di Abramo” ha inoltre insistito Abbas. La Bibbia non afferma nulla “con queste parole”, ma la gente ha ritenuto che volesse intendere che i palestinesi sono di fatto i filistei. E quindi si è assunto il credito dell’invenzione dell’”alfabetocaneaneo-palestinese più di 6,000 anni fa”.

Non esiste un simile alfabeto. L’Autorità Palestinese e i musulmani di Israele usano l’alfabeto arabo il quale ha le proprie origini assai remote nell’alfabeto fenicio proto cananeo. Ma lo stesso vale per il greco, il latino e le lettere che state leggendo in questo momento. Come la maggior parte delle affermazioni del leader “palestinese”, si tratta di una affermazione senza senso.

Nell’arco di pochi anni, Abbas ha affermato che i “palestinesi” discendono dai cananei, i filistei, gli ebrei e gli arabi. Solo l’ultima è vera. I “palestinesi” erano parte dell’ondata degli invasori arabi e islamici le cui incursioni sono continuate anche nell’era moderna.

Ci sono circa 10,000 “afro-palestinesi” a Gaza. Alcuni sono coloni africani che vennero nel diciannovesimo secolo. La sinistra anti-israeliana vorrebbe fare credere che un musulmano sudanese che si è installato in Israele nel 1800 sia un “palestinese” indigeno, ma un rifugiato ebreo dall’Egitto sia invece  un “colono” straniero. Gli arabi musulmani che vivono nell’Israele del ’48 e del ’67 sono un insieme composto dai vari clan regionali.

Abbas si è riferito alla Giordania e alla Palestina come a “un popolo che vive in due stati”. Il Ministro degli Interni, FathiHammad, una volta ha asserito, “La metà della mia famiglia è egiziana. Siamo tutti così. Più di trenta famiglie nella Striscia di Gaza si chiamano Al Masri (nome egiziano). Metà dei palestinesi sono egiziani e l’altra metà sono sauditi“

Il più famoso degli Al Masri è un miliardario che vive in una riproduzione di una villa italiana chiamata “La casa della Palestina”, il quale recentemente è stato arrestato dai sauditi. MunibMasri è stato un ministro dell’Autorità Palestinese, occupa una posizione nella legislatura e con la sua attività rappresenta da solo un quarto dell’economia “palestinese”. La serra che si trova nella sua villa è un regalo di Napoleone III alla sua amante.

Masri, il cui nome di famiglia ha origine in Egitto, e afferma di essere un palestinese è di fatto un Cittadino saudita il quale vive in una villa italiana importata. Ha fatto la sua fortuna con l’apparato militare americano durante l’operazione DesertStorm. E’ quello che si dice un “palestinese”. I “palestinesi” sono egiziani, sauditi, giordani, senegalesi, sudanesi e un altro numero di coloni musulmani. Non sono filistei, cananei o ebrei. Sono indigeni quanto lo è “La Casa della Palestina“ di Al Masri fatta di marmo italiano importato e riempita di arte europea. I “palestinesi” sono quello che sono sempre stati: una colonia straniera araba dentro Israele. La Grande Bugia della Palestina è che i colonialisti islamici siano la popolazione indigena di Israele e che gli ebrei stiano colonizzando la Palestina. Ma una popolazione indigena non può mai colonizzare il proprio paese.

 “La Palestina” è una fiction colonialista distorta. Il nome riflette la colonizzazione greca della regione e il suo uso da parte dei moderni arabi colonialisti mostra la loro mancanza di un legame storico con Israele.

Dopo tutto l’agonizzante lamento in merito a un legame “palestinese” profondamente significativo con la “Palestina”, non sono ancora riusciti a produrre un loro nome per la regione. Un nome che possano pronunciare correttamente (nell’alfabeto arabo non c’è la “p” in senso proprio). Ma Abbas continua a fabbricare nuove menzogne a proposito dei popoli antichi dai quali i “palestinesi” discenderebbero.Non vedo l’ora in cui affermerà di essere un Cherokee.

La rivendicazione dei colonialisti “palestinesi” su Israele è una bugia dell’imperialismo islamico. I potentati musulmani della regione hanno sponsorizzato gli attacchi razzisti dell’OLP, Hamas e altri gruppi terroristici islamici contro gli ebrei. I palestinesi non sono le vittime del colonialismo. Sono i suoi perpetratori. La lotta tra Israele e i terroristi islamici è una lotta contro l’imperialismo e il colonialismo. Gli imperialisti non sono l’oppressa minoranza ebraica che è stata cacciata praticamente da ogni altro posto nella regione. E’ la maggioranza islamica che reprime le minoranze nella regione.

“La Palestina” è un patetico tentativo di ripulire un’identità imperiale con un’altra seguito dallo sforzo privo di vergogna di appropriarsi dell’identità di quasi ogni antico popolo nella regione. Ebrei compresi. L’unico modo di porre fine al conflitto è di finirla con le menzogne.

Articolo di Daniel Greenfield per Frontpage tradotto da Niram Ferretti

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