Israele e Medio Oriente

La guerra tra Fatah e Hamas

Esiste una guerra, in Palestina, della quale si parla poco. E’ la guerra fra Fatah, che con Abu Mazen governa la Cisgiordania, e Hamas, che domina a Gaza. Cisgiordania e Gaza formano un unicum che si chiama Autorità Palestinese, ma che esiste solamente sulla carta, dopo che undici anni fa Hamas ha violentemente espulso Fatah dal controllo di Gaza.
Israele e Hamas hanno trovato un accordo, grazie alla mediazione dell’Egitto, che consentirà a Hamas di superare la drammatica mancanza di fonti energetiche nei prossimi sei mesi: sarà il Qatar a pagare con 60 milioni di dollari i rifornimenti di gasolio indispensabili a Gaza, versando il denaro ad un apposito ufficio dell’ONU, ma sarà Israele a gestire questi rifornimenti. La singolarità dell’accordo consiste nel fatto che l’Autorità Palestinese, ossia Fatah ed Abu Mazen, ha tentato in tutti i modi di impedire che esso si realizzasse e che dunque Gaza ricevesse questi rifornimenti, tanto che alla fine Qatar, Egitto ed Israele hanno deciso di ignorare le proteste e le manovre di Abu Mazen, dando seguito all’accordo anche senza il suo consenso, allo scopo di migliorare le condizioni di vita dei due milioni di abitanti di Gaza, che dovevano finora accontentarsi di 4-5 ore al giorno di fornitura della corrente elettrica.
Secondo le procedure ordinarie il Qatar avrebbe dovuto versare i 60 milioni di dollari all’Autorità Palestinese, che li avrebbe poi utilizzati per comperare il gasolio da Israele e provvedere al suo trasferimento a Gaza. Essendo stata bypassata da questo accordo, l’Autorità Palestinese – impersonata da Fatah ed Abu Mazen – ha minacciato i lavoratori delle ditte che trasportano il gasolio a Gaza e quelli che sono impiegati nelle centrali elettriche di ritenerli personalmente responsabili di quello che considera un tradimento della causa palestinese, che si basa su una riconquista di Gaza da parte dell’Autorità Palestinese e la riduzione di Hamas all’obbedienza. La minaccia impone anche a detti lavoratori di non fornire agli abitanti di Gaza più delle consuete 4 ore di energia elettrica al giorno.

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