Israele e Medio Oriente

La versione di Assael e i fatti

Su Il Fatto Quotidiano del 23 marzo appare un articolo di Davide Assael, La visione a corto raggio di Netanyahu: vaccini a tutti in nome del consenso, il quale raccoglie un numero sconcertante di deformazioni, necessarie a piegare i fatti all’ideologia.

L’assunto di Assael, è che la conduzione della profilassi contro la pandemia da parte del governo Netanyahu sia stata inefficiente e deleteria per il paese. Nulla di sorprendente, infatti, il premier israeliano è un “sovranista”, anzi il numero uno dei sovranisti. L’autore dell’articolo, non ama tutto ciò, non coincide con la sua visione del mondo. Magari, al governo di Israele ci fosse stata Ursula Von der Leyen.

Ma proviamo per un attimo a vedere le cifre del “disastro” israeliano a confronto dell’Europa – fortunatamente non sovranista – e molto più attenta ai nobili ideali che Assael difende e insieme a lui Il Fatto Quotidiano.

Dal punto di vista economico la prima osservazione che si può fare è che Israele nel 2020 ha avuto una contrazione del PIL (il prodotto interno lordo) pari a – 2,40%, quindi una forte contrazione, causata come dice Davide Assael “dalla pessima gestione di Netanyahu e dal lunghissimo lock down” a cui è stato costretto il paese intero. Proviamo, però a vedere come è andata in Europa la contrazione del PIL:

Italia: – 8,9%

Spagna: – 11%

Francia: -8,3%

Gran Bretagna: – 9,9%

Germania: – 5,3%

Consideriamo tutta l’Eurozona: -6,8%

Consideriamo tutti i paesi più industrializzati cioè l’OCSE: -5,5%

A vedere queste cifre si capisce, o perlomeno si dovrebbe capire se non si cercasse di stravolgere i fatti e la matematica, che Israele ha avuto una gestione molto efficiente che le ha permesso di avere una contrazione inferiore della metà rispetto alla Germania e a tutti i paesi industrializzati. E di un quarto rispetto a paesi non “sovranisti” come Italia, Francia e Spagna.

La cosa interessante del contenimento della caduta del PIL sono i due fattori che hanno contribuito alla sua resistenza: le esportazioni di prodotti tecnologici (questo significa che la gente andava a lavorare) e, sorpresa, i consumi interni, cioè i negozi erano aperti, i ristoranti erano aperti e le attività del terziario erano  aperte molto più che in Europa altrimenti i consumi interni non avrebbero tenuto a galla l’economia, ma Assael, molto meno acuto del Dottor Watson, non considerà tutto ciò, poichè la sua fonte invece di essere la Reuters che cita i dati della Banca di Israele non governata da Netanyahu, è il suo postulato: da Netanyahu non potrà mai venire nulla di buono.

L’altra accusa emersa dall’articolo in merito alla cattiva gestione della pandemia è quella relativa all’aspetto sanitario. Anche qui si possono fare una serie di osservazioni sulle tesi espresse.

Se la pandemia è stata gestita malissimo come mai in Israele ci sono stati 6.131 morti su una popolazione complessiva di 9.300.000? Confrontiamo i dati europei. La Lombardia, che ha 10.000.000 di abitanti ha avuto circa 30.000 morti, circa 5 volte di più rispetto a quelli israeliani. L’Italia complessivamente oltre 105.000 morti su una popolazione di 60.000.000 di persone. Con la dovuta proporzione è come se in Israele ci fossero stati 36.786 morti anziché 6.000. Vediamo gi altri paesi europei:

Francia 92.000 morti su una popolazione di 66.000.000 di abitanti

Gran Bretagna: 126.000 morti su una popolazione di 65.000.000 abitanti

Germania: 75.000 morti su una popolazione di 82.000.000 abitanti

Spagna: 74.000 morti su una popolazione di 46.000.00 abitanti

Molto peggio percentualmente è andata in Belgio, Olanda, Austria, Svezia. Facendo parlare le cifre si scopre che in Israele dal punto di vista sanitario è andata assai meglio che in Europa, nonostante il sovranismo di Netanyahu.

Prima di passare alle previsioni fatte da Assael, pessime per Israele visto chi lo governa, è opportuno soffermarci su una vera gemma incastonata nell’articolo: “… Chi verrà l’estate prossima a risollevare il tessuto economico di Gerusalemme e Tel Aviv, dove pare siano a rischio il 30% delle attività commerciali? Un po’ l’alto costo di aver contribuito a sottrarre, perché di questo si tratta, i vaccini a un’inebetita UE.”

Per Davide Assael tra le malefatte di Netanyahu ci sarebbe addirittura la sottrazione di vaccini che diversamente sarebbero stati distribuiti in Europa. Questa affermazione “odora” delle classiche accuse plurisecolari che hanno colpito il popolo ebraico: gli ebrei ricchi (perché hanno pagato il doppio i vaccini) sottraggono i vaccini agli europei inebetiti. Davvero terribili questi ebrei-israeliani. Di quanti vaccini stiamo parlando? Di circa 20.000.000 dosi (il doppio della popolazione di Israele perché ci vogliono due dosi per abitante). Ma a quanto ammonta la popolazione complessiva della UE? Circa 500 milioni di persone comprendendo anche la Gran Bretagna. Quindi, all’Europa servono 1 miliardo di dosi per vaccinare tutti. Netanyahu (col  naso adunco e le mani artigliate?) ha sottratto lo 0,5% del fabbisogno agli europei. Ecco, grazie ad Assael, spiegata la carenza dei vaccini.

Veniamo alle previsione future per Israele. Vista l’incompetenza di Netanyahu dimostrata – oltre alla sua cupidigia – le cose non potranno che andar male. Ma siamo sicuri? L’economia di uno Stato non funziona come la corrente elettrica che si accende e si spegne. L’economia di un paese è come un volano, rallenta un po’ alla volta e poi riparte un pò alla volta prima di tornare a pieno regime. Se un paese raggiunge prima di un altro paese l’immunità di gregge riparte più velocemente degli altri perché tutte le componenti dell’economia possono contribuire a farla ripartire nel suo insieme.

Il turismo è importante per Israele ma non è la componente decisiva della sua economia (incide molto meno che per l’Italia o la Francia). Però se un paese si trova con le industrie a pieno regime e con gli alberghi aperti e sicuri i primi turisti andranno lì. La dimostrazione di questo è la Cina: è l’unico paese che ha avuto un incremento del PIL lo scorso anno: + 2,5% viste le due draconiame misure anti contagio applicate, cosa non ripetibile in un paese di diritto e democratico. Infatti, la Banca di Israele prevede per il 2021 un rimbalzo del PIL del 6,3% e uno studio di Goldman & Sachs addirittura del 7,5% cioè un economia più forte del 2019 pre Covid. E questo grazie alla velocità nel contenimento della pandemia operata dal governo Netanyahu, con buona pace di Assel.

 

Torna Su