Antisemitismo, Antisionismo e Debunking

L’Antisemitismo che non è antisemitismo

Nel suo articolo di eri, Niram Ferretti http://www.linformale.eu/le-nuove-reclute-della-demonizzazione-di-israele/ha dato conto delle posizioni espresse negli anni a proposito del conflitto israelo-palestinese dal nuovo Relatore Speciale sulla situazione dei diritti umani nei territori palestinesi occupati, l’italiana Francesca Albanese.

La Albanese si è distinta innumerevoli volte per una accanita pregiudiziale anti-israeliana facendo propri tutti i consolidati paradigmi della più vieta propaganda filopalestinese secondo la quale Israele sarebbe uno Stato che opprime i palestinesi, conculca le loro terre, e li genocida.

Per la Albanese, Hamas non sarebbe come è considerato dagli Stati Uniti e dall’Unione Europea, una formazione terroristica il cui motore ideologico risiede nel jihadismo in ossequio al manifesto programmatico dei Fratelli Musulmani fondati nel 1929 da Hassan Al Banna, ma un gruppo di “resistenti”. Nulla di nuovo, ci mancherebbe, tutto ciò, come già evidenziato, appartiene al consolidato repertorio della propaganda contro lo Stato ebraico. C’è però un’aggiunta esplicitamente antisemita, ben più stagionata del repertorio in oggetto, ovvero quella sulla “lobby ebraica” che, per l’Albanese, controllerebbe gli Stati Uniti e la BBC.

Che un “potere” strutturale ebraico controllasse gli USA e non solo gli USA, era opinione di Adolf Hitler, poi ripresa più recentemente da Osama bin Laden, come ha evidenziato Niram Ferretti nel suo articolo. Non solo, è una opinione fatta propria dal radicalismo musulmano, Hamas in testa.

In risposta alle forti critiche che ha ricevuto per i suoi passati commenti, la Albanese ha risposto affermando apoditticamente che i suoi commenti sulla “lobby ebraica” non sono antisemiti, offrendo la solita retorica vittimistica per la quale quello nei suoi confronti sarebbe un “attacco vile” e aggiungendo un altro scampolo retorico tipico, affermando con scontato benaltrismo che non dovrebbero essere i suoi commenti a suscitare scandalo ma il fatto che quest’anno sono stati uccisi 215 palestinesi (in realtà 168), decontestualizzando completamente la cifra e dunque non specificando chi sono le vittime. E’ la classica risposta demagogica di chi è privo di argomenti.

Non è chiaro se il “vile attacco” di cui l’imparziale nuovo Relatore Speciale all’Onu sarebbe oggetto sia partito dalla famigerata “lobby ebraica” di cui forse fa parte anche Deborah Lipsdat, inviata speciale dell’amministrazione Biden, una delle maggiori esperte di storia dell’antisemitismo e incaricata dall’attuale presidente americano di monitorare le forme che esso assume, la quale ha dichiarato che l’antisemitismo espresso dalla Albanese “mina gravemente la credibilità del relatore speciale delle Nazioni Unite per i diritti umani nell’affrontare la questione dei diritti umani nel contesto di Israele e dei territori palestinesi. Tale palese retorica antisemita – in particolare quando è un modello consolidato – è semplicemente inaccettabile”.

Accettabile lo è, tuttavia, secondo i parametri del  Consiglio per i Diritti Umani dell’ONU, di cui fanno parte paesi come la Federazione Russa, il Pakistan, Cuba, il Qatar e l’Arabia Saudita, e in base ai quali la Albanese è stata scelta per ricoprire il ruolo che ricopre.

 

 

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