Israele e Medio Oriente

Le lettere di un deportato ad Auschwitz: “Portavo gli altri a morire dicendo la verità”

Le nuove tecnologie hanno permesso di decifrare e ripulire le lettere di Marcel Nadjari, deportato al campo di concentramento di Auschwitz. Nadjari era un ebreo greco, deportato insieme ai genitori e alla sorella Nelli, al quale era stato assegnato uno dei compiti più crudeli: occuparsi di accompagnare nelle camere a gas gli altri deportati. Il cosiddetto “Sonderkommando”.
Le testimonianze contenute nelle lettere di Nadjari, finalmente leggibili, rivestono quindi una fondamentale importanza storica.
“Come potrei temere la morte dopo tutto quello che ho visto qui?” scrive Nadjari in una delle sue missive. Genitori e sorella sono morti poco tempo dopo essere giunti ad Auschwitz, Marcel invece è stato testimone dell’inferno per più tempo.
Le lettere sono state scritte su un quaderno, dal quale sono stati strappati tredici fogli per raccontare quell’orrore. Un orrore di cui Marcel Nadjari era, suo malgrado, parte attiva. Doveva accompagnare gruppi di persone alle camere a gas, spostare i corpi, tagliare i capelli, raccogliere i denti d’oro e bruciare i cadaveri.
Durante l’accompagnamento, spesso accadeva che i deportati gli chiedessero conto del loro destino. “Alle persone il cui destino era segnato ho detto la verità” ha scritto Marcel Nadjari nelle sue lettere.
“Sono stati costretti ad entrare a frustate e poi sono state chiuse le porte” è un’altra delle sue orribili testimonianze messe per iscritto, riferendosi alle finte docce dalle quali usciva il gas letale.

Queste lettere sono state ritrovate nel 1980, per puro caso, da uno studente polacco che stava partecipando ad uno scavo. I documenti erano però illeggibili, essendo stati per 36 anni sotto terra.
Oggi, invece, la tecnologia ha permesso di renderli leggibili.
“Ogni volta che uccidono, mi chiedo se Dio esiste” è scritto in uno dei fogli. In un altro, Nadjari esprime rammarico per non potersi vendicare e per non essere in grado di offrire agli altri deportati una morte più umana.
Grazie allo storico russo Pavel Polian, che ha tradotto i documenti, sappiamo anche che Marcel Nadjari è sopravvissuto all’orrore di Auschwitz.  E’ stato trasferito in un altro campo di concentramento in Austria e poi liberato dagli Alleati. E’ andato a vivere negli Usa, lavorando come sarto a New York, dove è morto nel 1971, lasciando una figlia.
La sua testimonianza è già stata letta nella sinagoga di Salonicco, città natale di Nadjari. Ed ora viaggerà in tutta Europa.

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