Editoriali

L’illimitata coperta del “fascismo”

Ieri sera, nel preambolo di quello che avrebbe dovuto essere un dibattito online sul tema Shoah, identità e universalità, a cui dovevano partecipare come relatori, Gabriele Nissim, Niram Ferretti, Anna Foa e Vittorio Robiati Bendaud, la professoressa Foa ha annunciato che, a causa di un malore, Gabriele Nissim sarebbe stato impossibilitato a partecipare. Di seguito, dopo avere letto alcune frasi di un post Facebook di Davide Cavaliere, il moderatore della serata, in cui veniva espresso in modo chiaramente iperbolico un apprezzamento per Augusto Pinochet, e avere affermato che sulla bacheca Facebook di Niram Ferretti era stato pubblicato un post sessista contro di lei, che Ferretti non aveva provveduto a sanzionare o a rimuovere, la professoressa Foa affermava di non essere disposta al dialogo con “fascisti conclamati”.

Ora, la professoressa Foa ha tutto il diritto di accettare di dialogare e confrontarsi con chi ritiene opportuno farlo ma non di accusare di “fascismo” persone delle quali, evidentemente, sa poco o nulla.

Il termine “fascista” è ormai diventato un comodo randello, o una mazza, da utilizzare per colpire, in genere preventivamente, coloro che non si situano nell’alveo della sinistra, della sua Weltanschauung.

“Fascista”, in questo ultimo periodo è stato attribuito a Donald Trump, Benjamin Netanyahu, Jair Bolsonaro, Matteo Salvini. “Fascista” è chiunque osi dissentire dalle parole egemoni del progressismo. Chi non si genuflette di fronte all’immigrazionismo come a una redenzione laica, chi non pensa che il matrimonio tra due uomini o due donne sia equiparabile a quello tra un uomo e una donna, chi ritiene che il nazionalismo non sia unicamente declinabile nella forma della chiusura settaria ed egoista, chi non scambia Greta Thunberg con una specie di Messia, e così via, è fascista. Fascista è, nella vulgata della sinistra estrema e di quella accademica e da salotto, Israele, che, dalla sua nascita, si difende dall’estremismo islamico il quale non con il fascismo ma  soprattutto con il nazismo andò a braccetto.

“Fascista” è una coperta illimitata, copre ogni cosa non sia a di sinistra. Fu Umberto Eco, nel 1995, in un discorso pronunciato alla Columbia University ad affermare che “Il termine ‘fascismo si adatta a tutto, perché è possibile eliminare da un regime fascista uno o più aspetti e lo si potrà sempre riconoscere come fascista”.

Non è questa la sede per entrare nello specifico, assai fragile, di questa teorizzazione, alla quale Niram Ferretti ha dedicato qualche mese fa, http://caratteriliberi.eu/2020/09/16/agora/http-caratteriliberi-eu-2020-09-16-in-evidenza-il-flatus-vocis-del-fascismo-eterno/ una riflessione, basti dire che se tutto è fascismo, niente lo è.

La professoressa Foa dovrebbe specificare in che maniera un commento sessista su una bacheca Facebook, rientri nell’ambito del fascismo conclamato, quale è il nesso causale. Forse potrà farlo ricorrendo a Umberto Eco. In attesa che lo faccia nelle sedi opportune, esprimiamo la nostra solidarietà a Niram Ferretti e a Davide Cavaliere.

 

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