Editoriali

Niente di nuovo sotto il cielo

Il terrorismo è sempre lo stesso, l’infamia è sempre la stessa. E’ un circolo vizioso che non si riesce a spezzare.

Israele compirà 75 anni il 14 maggio prossimo, la violenza araba inizia assai prima, assai prima della sua nascita, inizia dall’odio islamico per gli ebrei che si tramanda di generazione in generazione e non avrà mai fine.

Si uccidono innocenti che si considerano colpevoli per il solo fatto di esistere. Per Hitler ogni ebreo era colpvole dalla nascita. Per chi considera Israele uno Stato abusivo, per chi vuole recidere il legame millenario degli ebrei con la loro terra, ogni israeliano è colpevole.

Chi ha ucciso oggi è un cittadino arabo-israeliano di Gerusalemme Est, come il terrorista che il 27 gennaio scorso ha ucciso sette persone in una sinagoga di Gerusalemme. E’ un rappresentante della quinta colonna dentro Israele, munito di passaporto israeliano e di odio anti-israeliano.

Quanti arabi-israeliani sarebbero disposti a massacrare gli ebrei-israeliani nel contresto di una eventuale guerra civile?

Tutti sono responsabili. I governi europei, il governo americano, “l’amico americano” che dal 1967 impose a Israele di chinare il capo alla necessità di non inimicarsi troppo gli allora incontrastati signori del petrolio, perchè il farlo sarebbe andato a detrimento dei suoi interessi geo-politici e geo-energetici.

A Israele non venne permesso di fare propri i territori che gli erano stati destinati dal Mandato Britannico per la Palestina del 1923  e che si era conquistato dopo una guerra di aggressione il cui obbiettivo era la sua completa distruzione. Cose mai viste.  Ma sono innumerevoli le cose mai viste a proposito di Israele per il quale valgono criteri non ammessi per nessun altro Stato al mondo.

L’ebreo tra gli Stati, lo Stato degli ebrei. L’ebreo rappresenta l’eccezione e deve sempre rappresentarla.

Troppe volte Israele ha chinato il capo e si è fatto accondiscendente con chi lo vorrebbe vedere scomparire. “Terra in cambio di pace”, lo slogan truffa è stato introiettato per lungo tempo da una buona parte della popolazione israeliana. La sinistra lo ha coniato e ha cercato in tutti i modi che diventasse un dogma. L’evidenza dice una cosa sola, la pace l’avrete solo quando avrete ceduto ogni centimetro di terra.

Lo Stato palestinese. Altra truffa. A che prezzo? Quello di ridurre ulteriormente il già ristretto perimetro di Israele, costringendolo ad ospitare un minuscolo Stato islamico al proprio interno, come se non fossero già sufficienti quelli che lo circondano.

Perchè non dirla con la franchezza di Hamas? “Qui è tutto nostro, è tutto suolo islamico. Voi siete ebrei, siete degli intrusi, dovete andarvene, il vostro destino è solo la diaspora, lo sparpagliamento”. Il bello è che non sono pochi gli ebrei “illuminati” che la pensano così. Sono quelli che forse in Israele ci sono stati un paio di volte in vita loro oppure mai, ma sanno esattamente cosa deve fare e come deve essere, o meglio come deve non essere, sì, ancora meglio, non essere, così il problema si risolve.

Si resiste in mezzo all’odio, alla ipocrisia, alla diffamazione, al doppio standard. In fondo cosa c’è di nuovo per gli ebrei?

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