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Parigi, i genitori del tunisino ucciso: “Un errore, fate giustizia”

I genitori di Tarek Belkacem, il giovane tunisino armato di un coltello da macellaio ucciso due giorni fa dalla polizia davanti al commissariato di Montmartre, ritengono che il figlio “è stato ucciso ingiustamente” e chiedono alle autorità francesi di “non abbandonarli e di proseguire nell’inchiesta affinché sia fatta giustizia”.

Secondo la madre, inoltre, la cintura esplosiva finta, ritrovatagli addosso e della quale parla la polizia francese, non sarebbe altro che un marsupio dove teneva i documenti.

“Tarek – ha detto il padre intervistato dalla radio locale Sabra Fm – era stato in Germania ed è arrivato in Francia tre giorni prima della disgrazia per recuperare i propri documenti di identità inviati dalla sorella ad un parente a Parigi”. “Mio figlio – ha aggiunto – ha tentato di rifarsi una vita e lavorare dignitosamente per aiutare la sua famiglia”.

Tarek Belkacem, 24 anni, di Ouled Chamekh, governatorato di Mahdia, lasciò la Tunisia nel 2010 per andare a cercar lavoro in Francia. Dopo il suo arresto per furto nel 2013, nel sud della Francia, iniziò a presentarsi con le generalità di Salah Ali, marocchino e senza fissa dimora, prima di recarsi in Germania. Tarek aveva annunciato alla famiglia di voler tornare in Tunisia l’estate prossima, una volta regolarizzata la sua posizione.

Secondo i suoi parenti, Tarek si sarebbe recato la mattina del 7 gennaio al commissariato di Parigi probabilmente per chiedere un appuntamento per i suoi documenti.

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