Editoriali

Sotto assedio

Dopo Nizza, dopo la decapitazione di Samuel Patty, ora è il turno di Vienna, dove, ieri sera, un attacco sincronizzato di matrice jihadista ha seminato morte e terrore (si contano, per il momento, quattro vittime) nel centro della capitale austriaca.

L’evocazione di Vienna come ultimo baluardo crstiano-occidentale contro l’avanzata turca nel 600, viene automatico. Ma oggi, a Vienna i turchi sono di casa, e se non c’è più Kara Mustafa Pasha c’è però Recep Tayyip Erdoğan con il suo progetto di restaurazione neo-ottomana che non trova al momento alcun argine.

Ancora una volta, l’Europa si trova impotente di fronte al terrore che no, non viene dallo spazio, come in un famoso racconto di Lovecraft, ma è partorito all’interno di una religione, è inserito come dispositivo di violenza e morte nelle pagine del suo testo fondante, il Corano, nella parte delle sure medinesi, quelle, come vuole la fede islamica, ricevute da Maometto a Medina.

Ed è a Medina che nasce l’Islam, non alla Mecca, là, dove, dopo l’egira, Maometto, da predicatore con scarso seguito e fortemente contestato, diventa il capo politico di una nuova grande aggregazione tribale che dopo la sua morte si trasformerà in un  grande impero.

In questi anni, ogniqualvolta il suolo europeo è stato macchiato dal sangue di innocenti sparso da uomini che inneggiavano alla grandezza di Allah, abbiamo sentito il solito discorso. Non sono veri musulmani, i veri musulmani sono pacifici, l’Islam predica la pace, queste sono mele marce, sono fantatici, sono dei “fascisti” (aggettivo passepartout con cui si aprono indistintamente tutte le porte dietro le quali vi è violenza e omicidio), sono devianti, lupi solitari, psicolabili, e così via. Questo mantra necessario ai governi occidentali per paura di ritorsioni nei confronti delle comunità musulmane presenti sui loro territori, e per tutelare una immigrazione che è, in buona parte di religione islamica, non può però nascondere la realtà. Di verità negata ci si ammala, o peggio, si muore e si continuerà a morire.

Dopo le grottesche e oscene accuse di Erdoğan rivolte a Emanuel Macron, (che l’Europa teme e nei confronti del quale piega la testa), secondo cui, nell’ Europa attuale i musulmani verrebbero trattati come gli ebrei durante gli anni ’30 e ’40, Macron, in una intervista ad Aljaazera, ha reiterato gli abituali luoghi comuni sulla bontà consustanziale dell’Islam e la devianza di chi uccide in suo nome. Eppure, il presidente francese aveva detto cose sensate, seppure assai tardive, poco prima, suscitando appunto l’ira di Erdoğan, ovvero che sul suolo della Francia vi sono enclave islamiche che rigettano le regole e la cornice culturale e valoriale dello Stato.

Questa verità è stata controbilanciata con una menzogna, quella, appunto, dei jihadisti come devianti dall’Islam. D’altronde, con circa sei milioni di musulmani in Francia, Macron, leader di una ex grande potenza coloniale, deve per forza arrabattarsi.

Tutto ciò però non altera l’inscalfibile realtà dei fatti e la loro bruta evidenza. L’Islam, per quanto costituito oggi da una maggioranza sostanzialmente pacifica, non si è mai purificato dalla violenza prescrittiva che si trova al proprio interno, e il motivo è che non può farlo. Il Corano non è, come la Bibbia, un libro ispirato, ma un testo che si ritiene divinamente dettato. Ogni sura giunge direttamente dalla trascendenza, là dove il Corano è realtà increata. Maometto ne è solo ricettacolo, specchio in cui si riflette un verbo immodificabile, oltre il tempo e la storia, valido per sempre.

Dunque? Dunque la maggioranza dei musulmani che non agiscono la violenza prescritta nel Corano contro gli infedeli, lo fanno non perché questa violenza non vi sia, ma perché preferiscono ignorarla, solo che, chi non la ignora, è perfettamente musulmano come loro, anzi afferma di esserlo di più perché fa ciò che lo stesso Maometto metteva in pratica.

Non sono i musulmani singoli il problema, ma è la religione che professano, sono specifici, chiari insegnamenti. Fingere che non ci siano, che non siano islamici, ci porta all’assurdo di considerare Maometto stesso al di fuori dell’Islam.

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