Editoriali

La Germania si piega a Erdogan e dimentica la libertà di satira

“Siamo tutti Charlie” diceva il popolo della rete dopo l’orribile strage del Charlie Hebdo.
In effetti il mondo non può far altro che scuotersi di fronte a terroristi islamici che fanno irruzione all’interno della redazione di un giornale satirico e sparano all’impazzata, uccidendo vignettisti, dipendenti, lavoratori, senza pietà.
All’improvviso tutti si ricordano del diritto di satira, scossi dall’evento. E ci mancherebbe altro. Nessuno mette in conto di morire per delle vignette. Non nell’occidente civilizzato, non in Europa.
Probabilmente il terrorismo islamico contribuisce a farci sentire tutti più desiderosi di democrazia, libertà di stampa e satira, più disposti a difendere valori che riteniamo nostro patrimonio ma spesso lo sono solo sulla carta.

Il diritto di satira, dicevamo. Terrorismo islamico o no, l’Europa deve ancora crescere da questo punto di vista. Lo dimostra l’ultima incredibile vicenda, che arriva da quella Germania ormai considerata guida dell’Ue e dell’eurozona. La Germania, il Paese più forte del Vecchio Continente, l’esempio da seguire e da imitare. E’ notizia di oggi che il cancelliere tedesco Angela Merkel abbia concesso l’autorizzazione a procedere contro un comico tedesco, che ora rischia di essere condannato per diffamazione e il reato di “vilipendio nei confronti di un capo di stato di un Paese straniero”, secondo l’ordinamento tedesco. La richiesta è arrivata direttamente dal presidente turco Recep Tayyp Erdogan, infuriato per una poesia satirica che il comico tedesco Jan Boehmermann gli ha dedicato. Ora rischia tre anni di reclusione, in virtù di quel capo d’accusa che la Germania sta pensando di eliminare dal proprio codice penale: l’articolo 103 prevede infatti di punire gli insulti contro un capo di stato straniero.

Si potrebbe discutere all’infinito se la satira possa costituire un insulto. I giudici faranno chiarezza. Ma la sensazione è semplicemente che la Germania si sia piegata ai voleri della Turchia. A farne le spese potrebbe essere il malcapitato Boehmermann, che rischia di essere l’ultimo tedesco condannato o anche solo processato per insulti a un capo di stato straniero. Lo stesso comico era finito al centro delle polemiche per alcune battute pesanti nei confronti dell’allora Ministro delle Finanze greco Varoufakis, ovviamente senza conseguenze giudiziarie. La Grecia non è la Turchia, la Germania non ne è vassalla. In tempi di profughi che arrivano dalla Siria, Erdogan va tenuto buono. Un alleato discutibile, senz’altro, che dimostra ulteriormente come l’Europa sia succube dei Paesi arabi e musulmani. Che siano Arabia Saudita, Qatar o Turchia, gli scomodi alleati dell’occidente si dimostrano spesso inopportuni, anche negli scenari geopolitici.
Pensavamo però che l’Europa considerasse la libertà di satira un valore non negoziabile.

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