Israele e Medio Oriente

Diario da Israele: Sarona, Tel Aviv, 9 giugno 2016

Kadima, avanti. E’ questo l’imperativo israeliano. Dopo ogni fatto di sangue si reprende subito la tessitura quotidiana della vita. E’ la forza di questo paese, che anche nei periodi più difficili, come quello spaventoso della Seconda Intifada, quando gli attentati esplosivi erano all’ordine del giorno e si portavano via la vite di centinaia di cittadini, seppelliva i propri morti e procedeva con determinazione.

Stamattina sono stato a Sarona, il quartiere di Tel Aviv dove ieri sera due terroristi arabi seduti come normali avventori al Max Brenner Cafe sparavano sulla folla uccidendo quattro persone e ferendone gravemente altre tre. Al bar ristorante diverse persone erano sedute ai tavoli a fare colazione. Sul prato adiacente il palazzo dove è situato il locale, un gruppo numeroso di ragazzi sedeva pacificamente in cerchio. A breve avrebbero cominciato a cantare. A parte la presenza di alcune emittenti televisive, tutto rientrava nella norma di una luminosa mattinata a Tel Aviv.

Di seguito sarebbero arrivati a portare la loro solidarietà il neo ministro della Difesa Avigdor Liberman, il Presidente Rivlin, Tizpi Livni, Isaac Herzog.

C’è una cosa che va detta senza tentennamenti guardando come sa reagire Israele tutte le volte che viene colpito. La violenza terrorista palestinese, espressione del radicalismo islamico (non va mai dimenticato che Hamas è uno dei frutti marci dell’albero bacato alla radice dei Fratelli Musulmani), ha potuto continuare a esprimersi perché ha goduto e gode della complicità dell’Occidente. Ha goduto e gode della rendità conferitale dalla condanna pregiudiziale nei confronti di Israele che in tutti questi anni è sempre arrivata puntuale da parte dell’ONU e della Comunità Europea, ha goduto e gode del giustificazionismo offerto agli assassini  in quanto “oppressi” e quindi combattenti. Tutte le volte che il terrorismo ha colpito Israele si è voluto qualificarlo come “cosa diversa” rispetto al terrorismo islamico che ha insanguinato l’Euorpa e tutte le volte si è offerto agli assassini il viatico morale per continuare le loro azioni.

Le condanne pelose nei confronti di Hamas che si sono sentite venire ieri e oggi dall’Europa e dagli Stati Uniti dopo l’ultimo fatto di sangue avvenuto a Tel Aviv, sono fiacche, fuori tempo, di maniera.

Come sempre si è dimostrato e si dimostra, gli anticorpi migliori contro i sacerdoti della morte  sono dentro la società israeliana stessa.

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