Interviste

Fuori dai denti: Intervista con Pamela Geller

Pamela Geller è una scrittrice statunitense ed editrice di The Geller Report e presidente dell’American Freedom Defense Initiative e dell’organizzazione Stop Islamization of America, cofondata con uno dei massimi esperti di Islam a livello mondiale, Robert Spencer.

Come attivista politica, Pamela Geller si è distinta per le sue forti posizioni di condanna dell’Islam radicale e in sostegno allo Stato d’Israele. Si è schierata in difesa della libertà di parola, in opposizione alla censura politicamente corretta. Dopo l’attentato islamista alla sede di Charlie Hebdo a Parigi nel 2015, ha contribuito a organizzare un concorso intitolato “Draw the Prophet”, ovvero “Disegna il Profeta”. L’evento, che si svolgeva presso il Curtis Culwell Center di Garland in Texas, fu oggetto di un fallito attentato terroristico.

Nel 2013, il governo britannico, le ha impedito l’ingresso nel Regno Unito, a causa del suo “attivismo anti-musulmano”, dichiarando che la sua presenza “non sarebbe stata favorevole al bene pubblico”. Nello stesso anno, le è stato conferito il premio Guardian of Freedom dalla Federazione delle donne repubblicane della contea di Nassau. È stata insignita dell’Annie Taylor Award, che fu consegnato anche a Oriana Fallaci.

È autrice di diversi libri nessuno dei quali tradotti in italiano. Ricordiamo Fatwa: Hunted in America (con prefazione di Geert Wilders) e The Post-American Presidency: The Obama Administration’s War on America (con prefazione dell’ambasciatore ed ex Consigliere per la Sicurezza Nazionale, John Bolton). Rappresenta oggi una delle voci più controcorrenti degli Stati Uniti.

Signora Geller, lei combatte contro l’islamizzazione degli Stati Uniti. Quanto sono influenti le organizzazioni islamiche nel suo Paese?

La maggior parte degli americani è ignara del potere e dell’influenza delle organizzazioni dei Fratelli musulmani negli Stati Uniti, come lo è dell’insidiosa agenda della coalizione islamo-sinistra finalizzata a sovvertire la libertà di parola, il diritto di portare armi e altro ancora. Questa compiacenza crea un’atmosfera in cui questi nemici della libertà possono operare impunemente.

Lei e il suo collega Robert Spencer, siete stati banditi dal Regno Unito a causa delle vostre opinioni sull’Islam. Dal suo punto di vista americano, come giudica la situazione europea in merito all’islamizzazione?

L’islamizzazione è causata dalla migrazione di massa dei musulmani in Europa, promossa dalle élite dell’Unione Europea. Essere stata bandita dal Regno Unito è emblematico della moralità inversa di queste élite europee: il Regno Unito ammette regolarmente i predicatori del jihad, ma vieta i nemici della violenza del jihad e dell’oppressione della Sharia sulle donne. Nel frattempo, la maggior parte degli europei è intimidita dalle accuse di “razzismo” e “islamofobia” per mettere a tacere e far accettare ciò che sta succedendo.

Il movimento Black Lives Matter è nato negli Stati Uniti d’America, ma si sta diffondendo anche in Europa, come giudica BLM? Qual è il suo rapporto con l’antisemitismo?

Il BLM è, secondo i suoi leader, un movimento marxista, antiamericano, che si propone di distruggere le società libere e di imporre un governo autoritario e totalitario. Sebbene sia responsabile in misura enorme dei recenti disordini nelle città degli Stati Uniti, non si tratta di una semplice banda di delinquenti, ma di un pericoloso movimento sovversivo con un’agenda francamente insidiosa. Nel 2015, i leader di BLM si sono recati a Gaza per incontrare i capi della jihad arabo-palestinese. Così il loro movimento di estrema sinistra abbraccia l’antisemitismo.

Lei è stata spesso descritta come un ardente sionista. Può dirci le ragioni per le quali sostiene Israele?

Israele è in prima linea nella lotta alla jihad globale che minaccia ogni società libera. È anche l’unico faro di libertà in Medio Oriente, e il legittimo detentore di quel territorio per accordi internazionali ancora in vigore. Israele è ingiustamente e inesorabilmente demonizzato dai media internazionali.

Il presidente Donald Trump è un orgoglioso amico dello Stato di Israele. Cosa si dovrebbe fare per rafforzare ulteriormente Israele?

Comprendere il fatto che gli arabi palestinesi, a causa del loro impegno per la dottrina del jihad dell’Islam, non concluderanno mai un accordo di pace con Israele che garantisca effettivamente la pace per entrambi i popoli. Gli Stati Uniti dovrebbero invece concentrarsi nell’aiutare Israele a costruire alleanze nella regione, come sta facendo il presidente Trump, e a essere forti contro l’attacco del jihad.

L’Iran e la Turchia sono due pericolosi Stati islamici che minacciano le nazioni libere. Come dovrebbe reagire l’Occidente alle minacce turche e iraniane?

La Turchia non è un amico o un alleato degli Stati Uniti o dell’Occidente e dovrebbe essere espulsa dalla NATO. Sia la Turchia che l’Iran dovrebbero essere controllate, attraverso sanzioni e altri mezzi, per via del loro finanziamento nei confronti dell’avventurismo jihadista globale. Le moschee finanziate dalla Turchia negli Stati Uniti dovrebbero essere indagate e chiuse se si scopre che predicano la violenza del jihad e l’oppressione della Sharia.

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