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Gino Bartali, il Giusto tra le Nazioni omaggiato dai ciclisti israeliani

Quando Gino Bartali ha alzato le braccia a Briançon, dopo essere partito da Cannes e aver attraversato i colli d’Allos, di Vars e soprattutto dell’Izoard, la leggenda era già stata scritta. Era il 15 luglio 1948 e l’ormai trentaquattrenne ciclista toscano entrava definitivamente nella storia, recuperando i venti minuti di svantaggio che lo separavano dalla maglia gialla Louison Bobet e avviandosi a vincere il suo secondo e ultimo Tour de France.
Il sorpasso definitivo in classifica generale avverrà soltanto il giorno dopo, il 16 luglio, grazie ad una nuova vittoria al traguardo di Aix les Bains al termine di un’altra tappa di montagna attraverso i colli del Lautaret, del Galibier e della Croix de Fer.
Bartali indosserà la maglia gialla e non la perderà più fino all’ultima tappa.
Quel 15 luglio 1948 la storia, non solo del ciclismo, è cambiata. Ancora oggi una stele sul colle dell’Izoard ricorda l’impresa di Gino Bartali, tramandata oralmente di generazione in generazione.
Si narra, infatti, che le gesta di “Ginettaccio” abbiano evitato una nuova guerra civile in Italia, a soli tre anni dalla fine della Seconda Guerra Mondiale e della Resistenza. E non è solo una leggenda: il giorno prima, il 14 luglio 1948, c’è stato l’attentato al leader del Pci Palmiro Togliatti, gravemente ferito, e i disordini successivi avevano fatto effettivamente temere il peggio. Pare che l’allora presidente del Consiglio Alcide De Gasperi e l’allora sottosegretario alla presidenza Giulio Andreotti in persona abbiano telefonato a Bartali, chiedendogli uno sforzo memorabile per risollevare gli animi degli italiani e risvegliare orgoglio e sentimento nazionale.
Detto fatto. La leggendaria cavalcata di Bartali è valsa all’epoca più della vittoria ai Mondiali di calcio e potrebbe seriamente aver contribuito ad evitare la guerra civile. Si dice che, al rientro dalla Francia, De Gasperi abbia ricevuto Bartali chiedendogli cosa volesse come premio e quest’ultimo abbia risposto di voler essere esentato dal pagamento delle tesse. Leggende, aneddoti, suggestioni.

Bartali probabilmente avrebbe potuto vincere molto più dei tre Giri d’Italia e dei due Tour de France se non ci fosse stata la Seconda Guerra Mondiale, che l’ha costretto a uno stop forzato proprio nel periodo migliore della sua carriera, dai 27 ai 32 anni. Una lunga pausa nel momento in cui era appena nata la nuova stella, Fausto Coppi, amico-rivale di Ginettaccio. Il dualismo Coppi-Bartali ha caratterizzato l’Italia e gli italiani nel decennio degli anni ’40, una rivalità appassionante spenta solo dal conflitto bellico.
Ma è stata proprio la Seconda Guerra Mondiale a consegnare Gino Bartali alla storia per un altro motivo: il suo impegno per salvare gli ebrei perseguitati.
Durante l’occupazione tedesca, “Ginettaccio” trasportava sul telaio della sua bicicletta i documenti falsi per dare una nuova identità agli ebrei che rischiavano di essere deportati. Faceva la “staffetta”, da Assisi a Firenze, aderendo ad un’attività segreta avviata dal rabbino di Firenze Nathan Cassuto e dall’arcivescovo Elia Angelo Dalla Costa.
Nessuno ha saputo nulla fino al 2005, cinque anni dopo la morte della leggenda del ciclismo: è stato allora che il presidente della Repubblica Carlo Azeglio Ciampi ha conferito alla moglie la medaglia d’oro postuma al valor civile.
Il 23 settembre 2013, Gino Bartali è stato dichiarato “Giusto tra le Nazioni” dallo Yad Vashem, il memoriale ufficiale israeliano delle vittime dell’olocausto, per aver salvato la vita a circa 800 ebrei.

Tra qualche giorno saranno invece i ciclisti israeliani ad onorarne la memoria. Il 20 marzo, a Firenze, i corridori del Cycling Academy Team, prima e unica squadra professionistica israeliana, ripercorreranno il tragitto tra Assisi e Firenze che il campione percorreva per trasportare i documenti falsi. Un evento organizzato quattro giorni prima della «Settimana Internazionale Coppi e Bartali» che si svolge dal 24 al 27 marzo. Ed è la prima volta che il ciclismo rende omaggio al Giusto tra le Nazioni, Gino Bartali.

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