Antisemitismo, Antisionismo e Debunking

I dieci peggiori antisemiti nel 2015 secondo il Centro Wiesenthal: al terzo posto l’UE

Simon Wiesenthal, ingegnere e scrittore ebreo sopravvissuto all’Olocausto, è stato soprannominato “Il cacciatore di nazisti” per il suo impegno a raccogliere informazioni sui nazisti latitanti, permettendone la cattura e il processo. Il Centro Wiesenthal, a lui intitolato, ogni anno pubblica la classifica dei 10 peggiori episodi di antisemitismo degli ultimi 365 giorni. Nella top ten 2015, pubblicata oggi sul sito, non ci sono solo terroristi islamisti, ma anche qualche sorpresa: sul podio, ad esempio, è finita pure l’Unione Europea.
Ecco la classifica, con le motivazioni del Centro Wiesenthal riassunte e tradotte in italiano. 

PRIMO POSTO: STRAGE DI SAN BERNARDINO
Gli ho detto che doveva mantenere la calma e di essere paziente perché in due anni Israele non esisterà più. La geopolitica sta cambiando: Russia, Cina e Usa non vogliono più ebrei laggiù. Li riporteranno tutti in Ucraina“. Sayed Farouk, il padre del killer di San Bernardino, con queste parole rivolte alla stampa ha comunicato tutto il suo odio nei confronti degli ebrei, pur tentando di dissuadere il figlio dall’uso della violenza.

SECONDO POSTO: ISIS
Un video mostra un militante Isis armato di coltello, vicino a due uomini armati e mascherati. Il narratore pronuncia queste parole: “La guerra contro gli ebrei sarà presto lanciata, se Allah vuole. A tutti gli ebrei, nipoti di scimmie e maiali, diciamo che stiamo arrivando e arriveremo da loro in ogni parte del mondo. La guerra sarà presto, non passerà molto tempo, se Allah vuole, se Allah vuole“. Un altro video dell’Isis contiene minacce contro gli ebrei: “Presto non ci sarà nemmeno un ebreo a Gerusalemme est e nel resto della Palestina. Noi continueremo finché non estirperemo questa malattia in tutto il mondo“.

TERZO POSTO: UE
L’Unione Europea ha scelto di etichettare i prodotti provenienti dalle Alture del Golan e dagli insediamenti in Cisgiordania, ignorando altri territori occupati o contesi nel resto del mondo come il Sahara occidentale, il Cashemire, il Tibet o le zone controllate da organizzazioni terroriste come Hamas ed Hezbollah. Questa disparità di valutazione simboleggia un moderno anti-israelismo in quell’Europa che è stata il cuore dell’antisemitismo per molti secoli.

Fuori dal podio:
Al quarto posto i Campus universitari Usa. Nel mese di marzo una studentessa ebrea ha chiesto di candidarsi per il Consiglio Studentesco dell’Università della California di Los Angeles, ma si è sentita rispondere “Sei una studentessa ebrea molto attiva nella comunità ebraica, come pensi di poter essere obiettiva?“. Su un muro dell’Università della California di Berkeley è apparsa la scritta “I sionisti devono essere messi nelle camere a gas“. Molti commenti antisemiti sono stati scritti sui social network da studenti dell’Università di Chicago. Più della metà degli studenti ebrei in oltre 55 campus si è dichiarata vittima di antisemitismo o ha dichiarato di aver assistito ad episodi di antisemitismo.
Al quinto posto l’Anp e l’UNRWA. Il 16 settembre 2015 il presidente dell’Autorità Nazionale Palestinese, Abu Mazen, ha dichiarato: “Gli ebrei non hanno diritto di dissacrare i nostri luoghi sacri coi loro piedi sporchi“. Riyad Mansour, diplomatico palestinese, ha scritto una lettera all’Onu accusando gli israeliani di prelevare gli organi dai cadaveri dei palestinesi. L’Onu ha ammesso che almeno 22 dipendenti dell’UNRWA (l’Agenzia di Soccorso Palestinese dell’Onu), compresi gli insegnanti, hanno incoraggiato aggressioni contro gli israeliani e insultato gli ebrei con epiteti quali “scimmie e maiali”.
Al sesto posto l’IRAN. l’Ayatollah Khamenei, in un’intervista al New York Times, il 9 settembre 2015, ha dichiarato: “Ti sto dicendo, se Allah vuole, non ci sarà più alcun regime sionista tra 25 anni. In secondo luogo, in questo lasso di tempo, lo spirito di combattimento e l’eroismo della jihad li terrà occupati in ogni momento“. L’Iran ha inoltre annunciato per il 2016 l’istituzione di un concorso di fumetti negazionisti sull’Olocausto, allo scopo di evidenziare “l’ipocrisia dell’occidente” in cui l’argomento della Shoah sarebbe tabù.
Al settimo posto la cultura e lo sport in Europa. Un festival di musica in Spagna ha annullato l’esibizione di un rapper ebreo, Matisyahu, perché l’artista si è rifiutato di firmare una dichiarazione di sostegno al riconoscimento dello Stato palestinese. Secondo il movimento BDS spagnolo, il rapper sarebbe quindi un “sionista che sostiene l’apartheid”. A giugno, in Bosnia, centinaia di tifosi bosniaci hanno assaltato l’albergo in cui si trovava la nazionale di calcio israeliana. In Olanda, i tifosi dell’Utrecht hanno insultato quelli dell’Ajax con cori antisemiti, considerando Amsterdam una “città ebraica”.
All’ottavo posto Jeremy Corbyn, leader dei laburisti in Gran Bretagna. Corbyn ha manifestato simpatie per Hamas ed Hezbollah e per alcuni teorici del negazionismo sull’Olocausto.
Al nono posto il Kuwait. La compagnia aerea del Kuwait, Kuwait Airways, ha sospeso la tratta Londra-New York rifiutando di ascoltare gli appelli degli Usa che chiedevano alla compagnia di accettare di far salire a bordo passeggeri ebrei.
Al decimo posto la Polonia. Presso il cimitero ebraico di Sochaczew sono apparse scritto antisemite, pro Isis e pro Hitler. Alcuni monumenti che ricordano la deportazione degli ebrei durante l’occupazione nazista sono stati ricoperti da scritte come “L’Islam dominerà” e “Allah benedici Hitler”. A novembre, durante un consiglio comunale a Poznan, il geofisico Janusz Kaspuscinski ha suggerito di rinominare “Auschwitz street” la strada che ospita l’inceneritore”.

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