Israele e Medio Oriente

La necessità di andare fino in fondo

Hamas, con il sostegno della tirannia iraniana, ha scatenato terribili attacchi su vasta scala contro la popolazione israeliana. I terroristi hanno aggredito Israele durante il sabato ebraico e la festa di Simchat Torah, commettendo crimini di guerra e crimini contro l’umanità a danno di civili ebrei indifesi e turisti stranieri, in quello che viene già definito «l’11 settembre dello Stato ebraico».

La guerra potrebbe allargarsi, dato che il gruppo terrorista sciita Hezbollah, con sede in Libano, ha lanciato numerosi missili nella regione settentrionale d’Israele. Una guerra su due fronti metterebbe in grave pericolo tutti i cittadini israeliani. Israele non affrontava un attacco di tale portata dai tempi della guerra dello Yom Kippur, che Egitto e Siria scatenarono il 6 ottobre 1973. 

La controffensiva di Israele è già iniziata ed è in corso.  Si spera che, questa volta, vista la viltà e la brutalità dell’aggressione subita, l’esercito israeliano faccia, finalmente, tutto il necessario per disintegrare Hamas e la Jihad Islamica Palestinese, rispedendo al mittente, quale che sia, ogni richiesta di cessate il fuoco. 

Domenica, il giorno dopo l’invasione, il Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite è stato convocato per una sessione d’emergenza. Prima dell’incontro, avvenuto a porte chiuse, il rappresentante dell’Autorità Nazionale Palestinese presso l’ONU ha attribuito tutta la colpa a Israele per la guerra scatenata da Hamas, ripetendo la solita sequela di accuse contro Israele, inclusa quella di essere uno Stato «razzista» e «colonialista». 

Stéphane Dujarric, portavoce del segretario generale delle Nazioni Unite, ha rilasciato una dichiarazione con cui invitava alla «massima moderazione» le parti coinvolte. L’ONU, ancora una volta, si è rifiutato di riconoscere a Israele il diritto morale e legale alla difesa. Il tutto avveniva mentre i terroristi di Gaza rinchiudevano bambini piccolissimi in gabbie per polli e stupravano le donne rapite.  

I tagliagole palestinesi e i loro sostenitori, nei prossimi giorni, metteranno in moto Pallywood, la Hollywood palestinese della sofferenza fasulla e preconfezionata, con tutti i suoi effetti speciali. Le organizzazioni anti-israeliane per i diritti umani come Amnesty International, i leader arabi e musulmani, i burocrati delle Nazioni Unite, amplificheranno questa propaganda e diffonderanno notizie false o parziali, come hanno fatto tante volte in passato.

Inoltre, risulta sempre più evidente che il regime iraniano, principale sostenitore mondiale del terrorismo, ha fornito ad Hamas il necessario supporto militare, finanziario e logistico. Esiste un rapporto (https://www.foxnews.com/world/hamas-hezbollah-say-iran-helped-plan-deadly-attack-israel-report) secondo cui il corpo delle Guardie della Rivoluzione Islamica della teocrazia avrebbe coordinato e pianificato con Hamas l’invasione di Israele. 

Nel frattempo, il Pentagono ha inviato mezzi militari nella regione del Mediterraneo in aperto sostegno a Gerusalemme. Il presidente Biden ha ancora la possibilità d’invertire la sua politica nei confronti di Teheran. L’amministrazione Biden, erede dell’altrettanto debole amministrazione Obama, a settembre, ha scongelato 6 miliardi di dollari in fondi all’Iran, come parte di un accordo di scambio di prigionieri. Per di più, l’attuale amministrazione ha permesso agli Ayatollah di vendere molto più petrolio di quanto avrebbe potuto fare se le sanzioni fossero state applicate con maggiore fermezza. Ingenti somme di denaro che, senza ombra di dubbio, hanno armato la mano dei terroristi. 

In tanti, in Occidente, a cominciare dai «progressisti», non hanno ancora compreso la natura religiosa e ideologica della guerra contro Israele. Tale mancata comprensione si risolve in politiche errate che, invece di fiaccare il terrore organizzato, contribuiscono a rafforzarlo.  

Torna Su