Antisemitismo, Antisionismo e Debunking

L’antisemitismo, l’antisionismo e le forze politiche italiane: possediamo davvero i giusti anticorpi?

Il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, nel corso dell’ultima commemorazione relativa all’anniversario del rastrellamento nazifascista del ghetto di Roma (1.000 uomini, donne e bambini spediti ad Auschwitz), ha ricordato come l’antisemitismo sia ancora presente nel nostro Paese, anche se a parere del Capo dello Stato “abbiamo forti anticorpi”. Purtroppo, aggiungiamo noi, l’avversione nei confronti dell’ebraismo in Italia non è relegata a piccoli gruppuscoli estremisti, a qualche fanatico del web o a mele marce fisiologicamente presenti in ogni società. Spesso, sempre più spesso, sono esponenti politici di forze rappresentate in Parlamento ad essere protagonisti, direttamente o indirettamente, di campagne d’odio.

La Lega Nord, ad esempio, oltre alla contiguità con formazioni neofasciste come CasaPound, ha candidato alle ultime amministrative milanesi un esponente della destra radicale dichiaratamente antisemita come Stefano Pavesi e, in generale, l’azione politica di Matteo Salvini tende ad essere “esclusiva” e non inclusiva verso minoranze etniche e religiose.

Sul fronte opposto, non va meglio in casa di Sinistra Italiana e in generale nel mondo che si riconosce a sinistra del Pd, dove l’antisemitismo assume talvolta la forma, in maniera voluta e strumentale, dell’antisionismo e della negazione ab ovo dello Stato di Israele. Gli episodi da citare potrebbero essere tantissimi, ma solo per rimanere nel recente passato basti pensare alle contestazioni contro la Brigata Ebraica durante le celebrazioni del 25 Aprile o ai frequenti boicottaggi di prodotti israeliani promossi in nome della difesa del popolo palestinese, presunta vittima del “mostro” sionista. E’ appena il caso di ricordare, inoltre, le storiche posizioni di Massimo D’Alema, protagonista per quasi mezzo secolo di politiche e atteggiamenti non certo teneri nei confronti del mondo ebraico, tanto da aver polemizzato agli inizi di quest’anno anche con l’ambasciatore Naor Gilon.

Nel variopinto e variegato mondo pentastellato furoreggiano personaggi come Manlio Di Stefano la cui pagina Facebook è un delirio, spesso, di luoghi comuni e posizioni estremiste che inneggiano alla più becera propaganda antisionista e filopalestinese. Per non parlare del deputato M5s Paolo Bernini che si definisce “antisionista” e che considera il “sionismo una piaga”. Naturalmente, non possiamo dimenticare le posizioni di Beppe Grillo, la vicinanza al “mugugno” complottista di Maurizio Blondet e certe affermazioni del comico genovese, durante alcuni suoi comizi, sullo Stato di Israele.

Questa analisi è giocoforza limitata e non esaustiva, però tenta di fornire uno spaccato chiaro della situazione attuale. Caratterizzata, specialmente sui social network, da un comune denominatore: una diffusa, pervasiva e spesso compiacente tolleranza nei confronti dell’intolleranza. Unita ad una vecchia quanto insanabile dicotomia: quella che vede la pressoché totalità degli italiani condannare fermamente la Shoah e la morte di 6 milioni di ebrei per mano nazista e fascista salvo poi considerare gli ebrei attuali e lo Stato di Israele una sorta di nuovo Reich nei confronti del popolo palestinese.

Sia chiaro: è legittimo e possibile criticare le scelte dei governi israeliani. Il problema è che dietro al 90 per cento di questi “rilievi” si nasconde un sentimento ben diverso, quello denunciato dal Presidente della Repubblica. I nostri anticorpi riusciranno ad essere forti pure nei confronti di una informazione “virtuale” sempre più veloce e quindi sempre meno verificabile, con metà degli utenti internet che non dispone degli strumenti culturali e critici per non cadere nelle trappole dei manipolatori dell’informazione? E’ questa, probabilmente, una delle sfide più difficili da vincere.

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