Editoriali

Le ipocrisie del MEIS: Responsabilità e coinvolgimenti

Esclusivo

Intorno al ruolo del MEIS, il Museo Nazionale dell’Ebraismo e della Shoah di Ferrara, presieduto da Dario Disegni e diretto da Rav. Amedeo Spagnoletto, in rapporto al Festival delle Memorie ideato da Moni Ovadia e patrocinato da Vittorio Sgarbi, bisogna partire dal comunicato tardivo con cui il MEIS prende le distanze dall’evento.

Nella parte finale del comunicato, dopo avere sottolineato il proprio impegno a difesa dell’unicità della Shoah, e delle attività didattiche connesse alla sua conoscenza, nel comunicato, sicuramente approvato dal presidente e dal direttore del museo, è scritto:

“Siamo pienamente consapevoli e attivamente impegnati nel riconoscimento dell’unicità della Shoah e sempre presenti quando si parla, in termini storicamente corretti e con modalità utili alla formazione delle nuove generazioni, di Memoria. Per il MEIS è doveroso esserci, nei termini più adeguati, ovunque si ricordi la Shoah, per ribadirne l’unicità e combattere ogni giorno l’odio con dignità e con ogni strumento culturale e sociale a nostra disposizione.

Si rimarca, in chiusura, il nostro netto e profondo dissenso con chi presentando l’iniziativa, inserita nel calendario del “Festival” delle Memorie di cui va anche sottolineato il titolo purtroppo infelice, ha accostato ai genocidi una valutazione del tutto insensata e assurda del conflitto mediorientale”.

E’ assai curioso che nel comunicato si affermi questo, poichè in una mail del 26/10/2021 inviata a Marcello Corvino, coadiutore della Fondazione Teatro Comunale di Ferrara, Rav. Amedeo Spagnoletto, direttore del Meis, scriveva giubilante:

“Innanzitutto lasciami congratularmi con te Moni e Cristiano per la ricchezza del programma che metterete in campo in occasione della settimana della memoria. Sono contento che l’importante lavoro del maestro Maiosti trovi una così prestigiosa cornice. Ti rispondo anticipandoti piena disponibilità a condividere la programmazione, e garantire la partecipazione mia e del MEIS…”

Dunque, il direttore del MEIS, non solo lodava l’iniziativa da cui poi, successivamente, il MEIS apparentemente prende le distanze, ma dava la propria piena disponibilità all’evento. Perchè apparentemente? Perchè nonostante il comunicato in cui il MEIS sottolinea il titolo “infelice” dell’evento a cui il proprio direttore aveva aderito entusiasta, quest’ultimo, con il consenso d Dario Disegni, parteciperà  comunqueall’evento. E’ lo stesso presidente Disegni, il cui rigoglio di cariche e poltrone farebbe invidia a qulasiasi grande boiardo di Stato, a specificarlo in una intervista apparsa su Shalom il 18/01/2022.

https://www.shalom.it/blog/italia/il-meis-sul-festival-delle-memorie-a-un-chiarimento-intervista-al-presidente-dario-disegni-b1109351

Dopo l’incipit dell’articolo in cui viene rimarcato il “profondo sdegno” del MEIS per l’iniziativa del Festival delle Memorie, Disegni si affretta a specificare che nonostante lo sdegno, il MEIS parteciperà “unicamente al programma approvato in Prefettura”. Affermazione grottesca, poichè la presenza di Rav. Spagnoletto, direttore del MEIS, appare nel comunicato stampa del Teatro Comunale per la presentazione del libro di Piero Stefani, La parola a loro. Dialoghi e testi teatrali su razzismo, deportazioni e Shoah, in compagnia dell’autore e di Moni Ovadia.

Ma Disegni va oltre nelle sue spericolate dichiarazioni, come quando afferma, “Il Teatro di Ferrara ha agito di sua sponte per il Festival delle Memorie, una iniziativa infelice in tutti i sensi, sia nei termini e nei contenuti, e che ci ha lasciati sconcertati”.

Il plurale non è chiaro se sia agustamente majestatis o si riferisca ad altri, ad esempio a chi, nella gerarchia del MEIS, viene subito dopo Disegni, ovvero, Spagnoletto, l’entusiasta Spagnoletto della mail del 26 ottobre. Poteva Disegni non essere al corrente nella veste di presidente del MEIS, dell’entusiasmo con cui il direttore del museo aderiva all’iniziativa di Moni Ovadia? I suoi numerosi incarichi forse lo avevano distratto? E che ne è di Noemi Di Segni, presidente dell’UCEI, assai silente su tutta la questione, e di cui Spagnoletto è uomo di fiducia, in che modo ha esercitato la propria vigile tutela?

Quello che invece emerge chiaro da tutta la vicenda è la devastante ipocrisia del MEIS e della sua dirigenza, che si straccia le vesti per un Festival a cui ha aderito fin dal principio e dal quale con la risibile scusa di partecipare unicamente al programma “approvato in prefettura” parteciperà nella persona del suo direttore.

E’ forse troppo, alla luce di quanto è emerso ritenere che Dario Disegni e Amedeo Spagnoletto dovrebbero, per un puro sussulto di dignità residua, rassegnare le proprie dimissioni dagli incarichi che ricoprono? E’ forse troppo ritenere che Noemi Di Segni, presidente UCEI, completamente assente in merito a un Festival approvato da un uomo a lei vicino, in cui la Shoah diventa un genocidio in mezzo ad altri genocidi, non sia adeguata a ricoprire il ruolo che ricopre?

Sono domande retoriche per le quali, chiunque abbia un minimo di buonsenso ha già la risposta pronta.

In sostanza, queste persone, tra silenzi istituzionali e temporerggiaenti sino a oggi, false dichiarazioni ed equivoci hanno ingannato gli ebrei italiani e non solo, hanno abusato e ridicolizzato la memoria della Shoah e di coloro che là sono stati uccisi. Hanno inoltre debilitato la credibilità dell’ebraismo italiano e, infine, demolito ogni attesa e investimento, non solo economico circa il MEIS, istituzione sorretta da cospicui finanziamenti da parte dello Stato italiano.

 

Torna Su