Antisemitismo, Antisionismo e Debunking

Otto motivi per considerare ridicola la “settimana dell’apartheid israeliano”

“Israeli Apartheid Week” è un evento internazionale che vorrebbe sensibilizzare sul tema del cosiddetto apartheid israeliano, cavallo di battaglia degli anti-sionisti.
Il blog in lingua inglese israellycool riporta otto motivi, tra i tanti, per cui tale evento sia da considerare semplicemente ridicolo. Così come offensiva è la definizione di “apartheid” applicata al governo israeliano, che nulla ha a che vedere con quello del regime sudafricano.
L’Università di Cagliari, indebitamente coinvolta, si è schierata contro l’evento. Ma l’Israeli Apartheid Week”, partito oggi, si sta svolgendo comunque in ogni parte del mondo.
Ecco otto punti che dimostrano come in Israele non ci sia affatto apartheid o discriminazione, elencati da israellycool:

1) Un giudice arabo della Corte Suprema ha supervisionato le ultime elezioni israeliane.
2) Il vice-ministro della cooperazione regionale, il druso israeliano Ayoub Kara, ha l’incarico di rappresentare Israele nei colloqui a Ginevra e il Direttore Generale del Ministero della cooperazione regionale, Hashem Hussein, lo accompagnerà.
3) La Knesset (il parlamento israeliano) ha oltre il 10% di membri arabi e una sala di preghiera musulmana.
4) Il presidente Rivlin, con il Ministro israeliano delle Finanze e il Ministro dell’uguaglianza sociale, tiene riunioni congiunte con i capi arabi regionali e le autorità locali presso la Beit HaNassi, la residenza del presidente israeliano.
5) I magistrati musulmani, detti Qadis, amministrano la sharia (la legge islamica) nei tribunali israeliani ufficiali sotto il sistema giudiziario israeliano. Nuovi giudici hanno recentemente giurato presso la Beit HaNassi.
6) Le donne e le ragazze arabe hanno più libertà in Israele che altrove in Medio Oriente.
7) Il presidente Rivlin ha ospitato una cena Iftar (il pasto serale dei musulmani nel mese di Ramadan) per rompere il digiuno durante il Ramadan.
8) Diversi capi religiosi si sono messi in fila lungo un tappeto rosso per accogliere e salutare il Presidente del Kenya durante la sua visita di Stato a Gerusalemme in Israele.

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