Editoriali

Turchia: fuori dall’occidente

Corpi seminudi di giovani uomini con le mani legate dietro la schiena, stipati come bestiame in una caserma. Il potere autoritario e inflessibile mostra sempre il proprio volto brutale laddove cedono le regole della democrazia e al loro posto avanza l’arbitrio più assoluto.

L’essenza del potere autoritario è quella anarchia di cui Pier Paolo Pasolini, nel più allucinato e terribile dei suoi film, l’ultimo, “Salò o le 120 giornate di Sodoma”, mostra la natura selvaggia e furente.

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Anarchia nel senso di assenza potenziale di limiti e confini, del disinnescamento di ogni regola e bilanciamento, di ogni equilibrio tra accusato e accusatore, tra offesa e punizione, laddove, al posto di una pena proporzionata al reato, si manifestano la violenza brutale e la vendetta intese come “purificazione” o “correzione”.

E non è certo “Dei delitti e delle pene” di Beccaria, il testo di riferimento del Sultano turco in queste ore convulse e confuse, in cui, dopo un vero o falso colpo di stato, la Turchia è precipitata nuovamente dentro un baratro da cui non sappiamo come e quando saprà uscire e se riuscirà a farlo.

No, questa Turchia non appartiene all’occidente e non può appartenergli in nessun modo perchè essa ne respinge potentemente e irremediabilmente gli assunti portanti, le conquiste che si è faticosamente dato e di cui ognuno di noi usufruisce all’interno degli spazi democratici.

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Questa Turchia a cavallo tra satrapia e autoritarismo e mitigata democratizzazione, che in epoca moderna, con Atatürk cercava di consolidare il ponte oltre il Bosforo che potesse farvi passare idee e valori nati in Europa, è regredita al proprio peggiore passato.

Nel 1994, in un lungo articolo, Bernard Lewis scriveva che il processo di democratizzazione della Turchia, per quanto potesse essere ritardato o fermato, non poteva essere capovolto.

Purtroppo la storia non segue tappe hegelianamente preordinate e la democrazia non è affatto un esito irreversibile e scontato. Non lo è per l’occidente e men che meno per la Turchia, come questi giorni e ore testimoniano in modo terribilmente eloquente.

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