Israele e Medio Oriente

12 ottobre 2000: il linciaggio di Ramallah

Il 12 ottobre 2000 due riservisti dell’esercito israeliano sono stati uccisi da una folla inferocita di palestinesi mentre erano in custodia presso una stazione di polizia dell’Anp. Un vero linciaggio che ha avuto come unico movente l’odio cieco.
Vadim Nurzhitz e Yossi Avrahami, due riservisti dell’Idf che servivano come autisti, avevano superato per errore un checkpoint ed erano entrati nel territorio della città di Ramallah. Presi in custodia dagli agenti della polizia palestinese, sono stati portati all’interno di una stazione di polizia.
E qui si scatena la follia: la notizia si diffonde e una folla di circa un migliaio di palestinesi si raduna intorno al luogo. Alcuni riescono ad entrare e, nella totale indifferenza (o complicità) della polizia dell’Anp, massacrano i due israeliani.
Emblematica l’immagine di uno degli assassini,  Aziz Salha, che si affaccia dalla finestra mostrando orgoglioso le mani macchiate di sangue, a testimonianza del massacro avvenuto.
Gli israeliani sono stati accoltellati, gettati dalle finestre, infine i cadaveri agganciati ai paraurti di due auto e trascinati per le strade della città, fino a esser resi irriconoscibili.
Aziz Salha è stato condannato all’ergastolo, ma rilasciato nel 2011 senza mai essersi pentito.
Le riprese televisive hanno reso possibile l’identificazione di alcuni assassini, tra cui Aziz Salha, e della stazione di polizia coinvolta, che è stata poi distrutta dall’esercito israeliano. Erano state effettuate da una troupe italiana di Mediaset, che ha poi dovuto abbandonare Ramallah per evitare di subire violente ritorsioni da parte dei palestinesi.
A tal proposito, un giornalista italiano della Rai, Riccardo Cristiano, ha scritto qualche giorno dopo una lettera all’ANP in cui chiariva che non era stata l’azienda pubblica italiana ad effettuare tali riprese e addirittura esprimeva solidarietà e congratulazioni nei confronti dell’operato dell’ANP.
La Rai, imbarazzata, ha negato ogni coinvolgimento e ha preso le distanze dal contenuto della lettera di Riccardo Cristiano.

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