Islam e Islamismo

Abu Mazen, il mentitore spudorato

Il biscazziere di Ramallah, Abu Mazen, il volto “moderato” della moderata Autorità Palestinese, si è presentato a Bruxelles, nel salotto buono di Eurotopia accolto da una standing ovation per annunciare che…un gruppo di rabbini avrebbe consigliato di avvelenare l’acqua nella West Bank così da uccidere il maggiore numero possibile di palestinesi.

Retrocediamo al medioevo e al 1400, ai bei tempi dei libelli del sangue, alle accuse appunto di avvelenare i pozzi, di usare il sangue dei bambini cristiani, oggi diventati piccoli martiri palestinesi, per confezionare le matzot.

Abu Mazen è il medesimo individuo al quale il Grande Leader Perdente della sinistra israeliana, Herzog, aveva concesso verbalmente, prima delle ultime elezioni a marzo dell’anno scorso, la Giudea e la Samaria su un piatto d’argento. E’ il medesimo che a settembre diede il via alla cosiddetta “intifada del coltelli”, riciclando la vecchia accusa di Amin Al Husseini, secondo la quale gli ebrei volevano impossessarsi della moschea di Al Aqsa. Questo è il medesimo individuo il quale pubblicò una tesi di laurea dal titolo meravigliosamente cospirazionista, “L’altro lato, la relazione segreta tra nazismo e sionismo”, in cui proponeva l’amato parallelo dei più virulenti antisionisti tra nazismo e sionismo rilanciato recentemente dall’ex sindaco rosso di Londra, Kenneth Livingstone, non facendo mancare la ciliegina sulla torta dei falsi sei milioni di morti ebrei della Shoah. Secondo la vulgata negazionista di Abu si trattò infatti di “appena” novecentomila morti.

Naturalmente, per deliziare la platea europea, Abu Mazen ha dichiarato che Israele è sempre più violento ed estremista, soprattutto ora, sotto la guida del cavaliere nero Netanyahu. Non potevano mancare gli inevitabili accenni alla fascistizzazione dello stato ebraico e le lodi nei confronti di Herzog e di Ehud Barak, entrambi sulla stessa linea ideologica del’amico Abu.

Gli applausi in platea non sono mancati, soprattutto quando il leader arabo ha ricordato l’oppressione del popolo palestinese, il volto crudele e rapinoso di Israele, la tremenda realtà dell’occupazione.

Due considerazioni si impongono. La prima è la seguente. Un personaggio di questa fatta, il quale non ha mai smesso di detestare gli ebrei con tutto il proprio animo, che usa e ricicla le più ripugnanti accuse antisemite, un Giano Bifronte formato alla scuola del principe del doppiogiochismo arabo, il Fratello Musulmano Yasser Arafat, non può essere un interlocutore plausibile per nulla. La seconda riguarda la sinistra israeliana e la sua catastrofe cognitiva. La concordanza ideologica con l’amico Abu nel descrivere Netanyahu come una sorta di Ceausescu la rappresenta alla perfezione. Per gli svenditori di Israele, Ehud Barak e Isaac Herzog, il nemico arabo è sempre da preferire a quello ebreo.

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