Antisemitismo, Antisionismo e Debunking

“Il muro di Betlemme”. L’ultima vergogna del sito di Repubblica

L’orientamento filo-palestinese (o, per meglio dire, anti-israeliano) del giornale Repubblica ha registrato un’impennata in questi ultimi giorni. Se il titolo del 24 dicembre «Natale di sangue in Cisgiordania: quattro palestinesi uccisi» aveva destato più d’una perplessità,  una vignetta del writer inglese Banksy pubblicata sulla versione on line della testata debenedettiana ha addirittura superato i confini del cattivo gusto.
Per quanto riguarda il titolo della vigilia di Natale, inutile soffermarci. Ci pensa il sottotitolo della stessa Repubblica a chiarire come sono andati realmente i fatti e quanto sia stato inopportuna la scelta di lanciare la notizia in quel modo:

I militari israeliani hanno ucciso due assalitori a Hebron e nella zona di Arile: un terzo è stato abbattuto dopo essersi lanciato con l’auto contro un gruppo di militari a Gerusalemme nord. Un altro morto durante scontri in un campo di rifugiati.

Non è la prima volta che i contenuti di un articolo, o in questo caso addirittura di un sottotitolo, stravolgono completamente il senso del titolo.
A questo punto Repubblica ha il problema di trovare qualcosa che possa contribuire ad infangare davvero l’immagine degli israeliani. E allora ecco la notizia: “La polizia indaga su un video in cui estremisti ebrei festeggiano la morte di un bambino palestinese bruciato vivo“. Indagini in corso, fatti da chiarire. Non per Repubblica, che nel lanciare la notizia offre un’immagine di repertorio che ritrae un ebreo ortodosso nell’apparente atto di gioire. La foto però si riferisce a tutt’altro contesto, la notizia dei presunti festeggiamenti riguarderebbe invece una festa di compleanno e un video di “canti e balli”, girato dieci giorni fa, per celebrare la morte di un bambino palestinese avvenuta nel luglio 2014. Il video incriminato sarebbe passato di mano in mano e poi distrutto.
Osservate invece il giochetto di Repubblica: “Condanna in Israele: muore bimbo arabo, ultrà in festa“. E foto di un ebreo ortodosso che sembra esultare

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Ribadiamolo: Il bimbo arabo in questione è morto più di un anno fa, del video con i festeggiamenti non c’è alcuna traccia e le indagini (da parte delle autorità israeliane, che queste cose le condannano) sono in corso. L’ebreo ritratto in foto è del tutto estraneo alla vicenda. Non si sa cosa stia facendo né a quale episodio sia riferita quella foto.

Può bastare? Nient’affatto. La Repubblica versione natalizia non si accontenta e offre ai suoi lettori “auguri” a dir poco discutibili: una vignetta del writer inglese Banksy che raffigura Maria e Giuseppe bloccati dal “muro” israeliano mentre si accingono a raggiungere Betlemme.

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Affidiamo la risposta al giornalista Giulio Meotti, che sul suo profilo facebook ha scritto:

A Natale sono proprio tutti più buoni. Questa immagine allucinante è stata pubblicata oggi sul sito del quotidiano La Repubblica. Si vedono Maria e Giuseppe verso Betlemme, ma vengono fermati dal “muro” costruito da Israele….Grande classico antisemita quello di “se Gesù oggi nascesse a Betlemme…”. Un po’ di chiarezza per questi cialtroni che vendono menzogne: mentre negli altri paesi le barriere impediscono l’ingresso agli immigrati, solo in Israele le recinzioni e i posti di blocco hanno come giustificazione un motivo veramente umanitario: quello di garantire alla popolazione civile il diritto alla vita. Filo spinato, pattugliamenti, telecamere e sensori elettronici sono utilizzati in Israele per impedire che un ristorante, un centro commerciale, un autobus o un albergo possano trasformarsi in stragi di corpi umani. Corpi di ebrei. In nessun altro paese con le stesse misure difensive, vi sono infiltrati con il “sacro” scopo di uccidere esseri umani. Le barriere di sicurezza sono il più importante strumento di difesa di Israele contro il terrorismo. A differenza del Muro di Berlino, che era un monumento all’intolleranza, i checkpoint israeliani sono un simbolo di vita. Scrivano questo, gli antisemiti: che se Gesù, un ebreo di madre ebrea, mettesse oggi piede a Betlemme, in quanto ebreo i palestinesi lo pugnalerebbero subito. La Repubblica a quel punto non darebbe neppure la notizia.

Niente da aggiungere.

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