Editoriali

La nota UCEI su Gariwo

Nel corso di febbraio e marzo di quest’anno e precedentemente, su L’Informale sono apparsi una serie di articoli aventi come oggetto Gariwo, l’onlus fondata da Gabriele Nissim.

Negli articoli pubblicati abbiamo sollevato dubbi e critiche in merito alla filosofia che anima Gariwo, alle scelte di proclamare Giusti personaggi estremamente discutibili, tra cui, caso più clamoroso, l’attivista antisionista Vittorio Arrigoni, al fatto di avere tra i propri ambasciatori personaggi programmaticamente avversi allo Stato ebraico come Vittorio Emanuele Parsi, Avraham Burg, Riccardo Noury.

Abbiamo ritenuto e riteniamo che Gariwo sia inficiatà da ambiguità, deformazioni e criticità notevoli. Siamo stati i primi a scriverlo con chiarezza. A nostro seguito, in ambito ebraico, sono giunti interventi autorevoli da parte del rabbinato che evidenziavano alcuni degli elementi problematici che ci sembravano e ci sembrano palesi. Alle nostre critiche, non abbiamo mai ricevuto alcuna obiezione argomentata, il presidente e fondatore della Onlus, Gabriele Nissim ha preferito accusarci di discriminare tra ebrei cattivi ed ebrei buoni, evidentemente proiettando su di noi una sua specialità.

In merito alla questione, l’UCEI, preso tardivamente atto dei problemi messi in luce, ha deciso a luglio, non avendo potuto ottenere da Gariwo i chiarimenti necessari, di sospendere le attività nell’associazione del giardino di Milano. Questa decisione a Gabriele Nissim, comprensibilmente non è piaciuta, e, come suo costume, invece di offrire i chiarimenti  richiesti ha preferito agitare il solito spauracchio dei fantasmi “integralisti” che lo braccherebbero.

Oggi, su Moked, l’UCEI interviene ancora con una precisazione che desideriamo riportare in parte perchè conferma pienamente la bontà della nostra linea editoriale. Vi si legge infatti:

“E’ degno di lode e gratitudine chiunque salvi una vita umana ed è doveroso combattere ogni forma di persecuzione e di genocidio: sono gli stessi valori ed esperienze di vissuto ebraico a dettare la doverosità di tale impegno; – è importante distinguere tra le varie forme di persecuzione, particolarmente in questo caso perché aiuta a capire come intervenire con maggiore efficacia; – la Shoah ha caratteristiche specifiche, non paragonabili ad altre persecuzioni e in stretto rapporto con la millenaria storia dell’antisemitismo e dell’antigiudaismo; – alcune prese di posizione e decisioni assunte in passato da Gariwo o da organi e/o persone ad esso associate sono discutibili e rischiano di provocare confusione: per questo è importante comprendere qual è il processo decisionale, per evitare che ciò possa nuovamente accadere. Abbiamo chiesto di creare un gruppo di lavoro comune Ucei/Gariwo per un approfondimento al fine di comprendere meglio i criteri di scelta, sui Giardini che vengono creati in tutta Italia. Sussiste a ben vedere una grande differenza tra l’azione di un Giusto, che mette a rischio la propria vita per salvarne delle altre, e l’attività, certamente meritoria, di persone o di istituzioni statali, come nei casi scelti da Gariwo, della giudice statunitense Ginsburg o della Guardia Costiera della Marina Militare Italiana. Abbiamo anche espresso perplessità sul tema degli Ambasciatori, di come siano scelti e della loro funzione, dato che alcuni di questi hanno preso posizioni più che discutibili…

Da maggio scorso purtroppo non è stato possibile portare avanti questo approfondimento e, in assenza di risposte e di qualsiasi segnale di attenzione, si è deciso di sospendere la partecipazione alle attività dell’Associazione Giardino dei Giusti di Milano, rimanendo in attesa di una risposta sulla disponibilità a creare un tavolo di approfondimento e confronto. Abbiamo dunque provveduto a darne comunicazione al sindaco di Milano, con il quale abbiamo inoltre condiviso il presente comunicato”.

Riteniamo doverosa e necessaria la sospensione dell’UCEI alle iniziative di Gariwo, ma, al medesimo tempo, riteniamo che essa non modificherà in alcun modo la convinzione apodittica che anima Gabriele Nissim, quella di essere nel giusto, e che chiunque gli faccia notare che non è sufficiente essere animati da buone intenzioni per realizzarle veramente, sia un oscuro emissario del Nemico.

 

 

 

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