Israele e Medio Oriente

Palestinesi come i Pellerossa? Non scherziamo, sciacalli di tragedie| di Ryan Bellerose

Cari Palestinesi,
facciamo chiarezza su un paio di questioni. Non potete mettervi a parlare di genocidio quando la vostra popolazione viene fatta saltare in aria.
In qualità di persona la cui famiglia ha subito quanto sopra, sono qui per dirvi di farla finita con queste str***e, è offensivo e fastidioso.

Non state vivendo quello “che hanno passato i Nativi Americani”. Nessuno vi ha imposto di parlare una lingua diversa, pregare Dio in maniera diversa, o vi ha sottratto i vostri luoghi sacri. In realtà, questo è quanto VOI avete fatto. Avete preso possesso di luoghi sacri altrui, obbligato le popolazioni indigene a parlare la lingua araba e a pregare come Musulmani. Quindi, davvero, piantatela.

Non avete in corso una battaglia per i diritti civili come in America. I neri d’America non hanno fatto saltare scuolabus o pizzerie piene zeppe di bambini per ottenere l’eguaglianza dei diritti, e sicuramente non avranno detto all’infinito di voler annegare tutti i bianchi nel mare.

Non siete perseguitati come gli omosessuali, per qualcosa che è al di fuori del vostro controllo. Nessuno vi lancia da un edificio perché amate qualcuno che non dovreste. Per cui, ancora, smettetela, è roba vecchia, specialmente quando alcuni di noi sanno che la vostra società non solo odia gli omosessuali, ma li perseguita attivamente. Voi siete quelli che li spingono dai palazzi!

Non andate a rubarvi le storie degli altri. State rubando l’identità di ciò che era conosciuto come Popolo Palestinese. Prima della Seconda Guerra Mondiale, quel termine indicava gli Ebrei. Ma va bene, è un termine colonialista, e sono sicuro che i miei amici Ebrei non lo amino. Preferiscono essere chiamati Giudei, Ebrei, Israeliti o Israeliani, quindi potete prendere la vostra spazzatura colonialista e sparire.

Credete che la vostra sia l’unica lotta sulla faccia della terra che abbia importanza. Quando chiunque altro osa vivere una tragedia, state dannatamente certi che arrivate voi e ci saltate dentro per impedire che quello/quella abbiano anche solo 5 minuti nei media senza che voi tentiate di accaparrarvi il loro dolore.

Ferguson? Screw Ferguson, è Ferguson della Palestina! Il Black Lives Matter (movimento attivista contro la violenza sui neri in America, n.d.t.)? Diavolo, no! Mettete l’hashtag Blacklivesmatter, ma poi aggiungete “palestinianliversmatter” subito dopo, perche Dio non ammette che qualcosa non riguardi pure voi. Pulizia etnica? Allora perché ci sono 0% di Ebrei nell’area controllata dagli Arabi dell’Autorità Palestinese e almeno 2 milioni di Arabi nelle aree controllate dagli Ebrei? A me sembra sia chiaro chi sia lo spazzino etnico qui.

Niente più “Idle No More” (gruppi a supporto dei diritti dei Nativi Americani, n.d.t.)? Diritti dei Nativi? No, bisogna che sia “la Palestina in solidarietà con “Idle no more””, oppure “la Palestina che supporta i diritti dei Nativi”, anche se poi nel concreto neanche lo fa. Nessuno si è offerto di donarci uno Stato, e in realtà noi stiamo sulla nostra antica terra.

“Bring back our girls” (la campagna mondiale per riportare a casa le oltre 200 studentesse nigeriane rapite da Boko Haram lo scorso 14 aprile nello stato del Borno, n.d.t.)? Tutti rimasero sconvolti dal rapimento, compiuto dai Musulmani, delle ragazze Cristiane in Nigeria e voi avete pensato bene di agganciarvi pure a questo vagone? Seriamente? Andiamo su, veramente dovreste ridere sotto i baffi per questo. Potete ammetterlo.

La lotta dei Nativi Americani contro i conquistatori colonialisti? Niente, anche lì vi inventate “From Turtle Island to Palestine”, anche se chiunque con almeno la terza elementare sa che gli Arabi sono di fatto i colonialisti che hanno colonizzato l’intera dannata regione nel VII Secolo, uccidendo e forzando la conversione della popolazione indigena dell’intera regione. NON SIETE VOI GLI INDIGENI NELLA TERRA CHE STATE CERCANDO DI RIVENDICARE. Ripetete con me: “I Giudei provengono dalla Giudea, gli Arabi dall’Arabia”. Potete vivere lì, solo dovete smetterla di opprimere gli altri.

Quando 3 bambini ebrei sono stati rapiti (uccisi in realtà), avete festeggiato, avete offerto caramelle in giro, avete fatto grandi sorrisi e foto con le dita in segno di vittoria per celebrare un atto tanto efferato, ma poi avete avuto l’assoluto smisurato fegato di promuovere l’hashtag “bringbackourboys”? Ma veramente?

Ecco poi il corpicino esanime di un bambino che bagna la riva della Turchia, vittima di un mondo incurante che ha permesso che il conflitto in Siria e la proliferazione dell’ ISIS causassero la morte di centinaia di migliaia di uomini – mentre tutti erano fissati con la “piaga dei Palestinesi” – e voi disgraziati non riuscite neanche a lasciare che il mondo prenda atto di questo fatto e volete saltare sopra anche a questa tragedia. Vergogna, vergogna, vergogna. Se aveste una coscienza dovreste vergognarvi.

Potrei anche continuare, perché, siamo onesti, ogni singola tragedia che ho visto accadere nel mondo negli ultimi decenni è immediatamente stata seguita da un “sì, ma avete visto cosa stanno facendo gli Ebrei ai Palestinesi?”. Siete diventati sciacalli di tragedie. Non avete nessuna legittima tragedia che sia vostra, quindi siete obbligati ad ingigantire e cooptare qualsiasi cosa, e siete senza vergogna.

Si, ho visto ciò che accade a Gaza e nella PA, e non è neanche lontanamente la stessa maledettissima cosa che dite voi. È tempo per voi, gente, dannazione, di crescere un po’! Non è che tutto ruota attorno a voi, non è che ogni singolo rifugiato al mondo rimane un piagnucoloso rifugiato autorizzato per 67 dannatissimi anni. Molti di noi vanno avanti, molti non rubano al nostro stesso popolo e trascinano per anni un conflitto per poter continuare a scremare soldi.

Volete sapere la verità? Questo è il motivo per cui i Palestinesi non potranno avere buone cose in futuro.

Senza alcuna stima per voi,
Ryan Bellerose*

P.S. Sentitevi pure liberi di ritenervi offesi, sorprendentemente la cosa mi lascia indifferente.

Nativo americano dell’insediamento Paddle Prairie Metis (Northern Alberta, Canada), è da anni impegnato nella lotta per i diritti umani

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