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Rabbi Sacks contro il movimento BDS: “Se vi interessano i diritti, trovate un altro modo”

La campagna di Boicottaggio, Disinvestimento e Sanzioni (BDS) contro Israele è pericolosamente sbagliata, perché sotto sotto è un tentativo di delegittimare Israele come preludio alla sua eliminazione. Nessun ebreo e nessuno interessato ai diritti umani può stare a guardare e aspettare cosa succeda. Oltre a ciò, si danneggiano le stesse persone che si intende aiutare, prolungando la situazione alla quale si cerca di porre fine, e tutto questo porta a commettere errori in nome dei diritti. Sostengo il diritto dei palestinesi ad un loro stato e il diritto dei bambini palestinesi ad un futuro di dignità e speranza. Ma la campagna BDS non raggiungerà nessuna di queste cose. Lasciate che vi spieghi il perché. I diritti umani sono i diritti che abbiamo perché siamo umani. Essi o sono universali o non sono nulla. Quindi il test di qualsiasi movimento a sostegno dei diritti umani è: sono davvero universali o è una questione di diritti per alcuni, ma non per altri.

Se il movimento BDS fosse davvero interessato ai diritti umani, i suoi sostenitori starebbero protestando contro la violazione dei diritti umani nei paesi di tutto il Medio Oriente, in Africa e in tutto il mondo. Starebbero manifestando contro le barbarie dell’ISIS. Farebbero una campagna contro l’abuso dei diritti umani da parte di Hamas a Gaza. Ogni nazione può essere citata al tribunale dei diritti umani, ma in un mondo inondato di violazioni dei diritti umani, concentrarsi su una sola nazione – tra l’altro, l’unica efficace democrazia in Medio Oriente – appare non come una campagna per i diritti umani, ma una campagna contro il diritto di esistere di Israele. È infatti l’ultimo capitolo di un costante tentativo che mira proprio a questo. Nel 1948, nel 1967 e nel 1973, i nemici di Israele hanno cercato di distruggerlo militarmente, con la guerra, e hanno fallito. A partire dal 1973, con il boicottaggio arabo, hanno cercato di distruggerlo economicamente, e hanno fallito.

Nel 1975, con la famigerata risoluzione delle Nazioni Unite “sionismo è razzismo”, hanno cercato di distruggerlo politicamente, e hanno fallito. Dal 1994 al 2002, con una campagna di attentati suicidi, hanno cercato di distruggerlo psicologicamente, e hanno fallito. Ora, attraverso la campagna BDS, stanno cercando di delegittimarlo moralmente. Anche questo non riuscirà, ma è grave. BDS si basa su una pericolosa bugia: che Israele è una presenza coloniale in Medio Oriente. Non è niente del genere. Il collegamento ebraico con la terra d’Israele risale all’incirca al doppio del tempo della storia del cristianesimo ed è tre volte più lungo della storia dell’Islam. Gli ebrei sono l’unico popolo nella storia ad aver stabilito uno stato nazione, nella regione, l’unica nazione che lì è stata sempre presente. E perché Israele è il solo stato ebraico al mondo, e l’unico Stato il cui diritto di esistere è stato costantemente messo in discussione, la campagna contro di esso è visibilmente l’ultima mutazione del più antico tipo di odio al mondo: l’antisemitismo. BDS non riuscirà perché quando le persone cercano di porre fine ad un conflitto, concentrandosi su una sola parte di quel conflitto, non lo faranno cessare. Loro lo perpetuano.

Ci sarebbe potuto essere uno stato palestinese nel 1947 con il voto delle Nazioni Unite per la partizione; nel 1948, quando è nato il moderno Stato di Israele; nel 1967 dopo la guerra dei sei giorni; nel 2000 a Camp David; nel 2001 a Taba; nel 2007 sotto Ehud Olmert; e da allora. In ogni caso Israele ha detto di sì, offrendo terra in cambio della pace, ma la leadership palestinese ha detto di no. E anche quando Israele si ritirò unilateralmente dal territorio come dal Sud del Libano nel 2000 e dalla Striscia di Gaza nel 2005, lo spazio è stato subito riempito da organizzazioni terroristiche – Hezbollah e Hamas – dedicati alla distruzione di Israele. In poche parole, la campagna BDS ritarderà, rinvierà e metterà in pericolo la stessa possibilità di uno Stato palestinese, prolungando la sofferenza a cui si cerca di porre fine. Questo perché travisa il conflitto come un gioco a somma zero: o Israele vince e palestinesi perdono, o i palestinesi vincono e Israele perde. Ma il conflitto non è un gioco a somma zero. Con la guerra e la violenza entrambe le parti perdono. Con la pace e la sicurezza entrambe le parti vincono. Se davvero abbiamo a cuore i diritti dei palestinesi, allora dobbiamo prenderci altrettanto cura di quelli degli israeliani. I diritti sono universali o non sono nulla, e se sono semplicemente una forma nascosta di odio, allora non diventano diritti, ma torti. Qualsiasi movimento per i diritti umani o per la pace o per la giustizia deve essere equo per tutte le parti; riconoscere i diritti di tutte le parti; ottenere l’accordo di tutte le parti; conquistare la fiducia di tutte le parti.

La campagna BDS, che cerca di intimidire e mettere a tacere l’altra parte, fallisce in questi test; ed è il motivo per cui tutti coloro a cui interessa la nostra condivisa umanità devono trovare un altro modo, e migliore.

(Traduzione di Diego Ibrahim Manca)

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