Antisemitismo, Antisionismo e Debunking

Il contesto storico della morte di Gesù e la falsa accusa di deicidio

Introduzione

Prima di tutto, una precisazione di tipo linguistico: nel Vangelo di Giovanni leggiamo frequentemente quello che “i giudei” hanno fatto. La parola greca approvata secondo la traduzione KJV (King James Version n.d.r.come “giudei” è Ἰουδαῖος. Il vocabolo proviene da Ἰούδας – Iudaea – Giudea. Qui esso fa riferimento ai Giudei e non agli Ebrei come popolo, e con esso si indica l’autorità della nazione Giudaica. Come se uno storico parlasse di ciò che “I Romani” fecero senza mai fare riferimento al fatto che fossero nati in Italia.

Per comprendere il contesto degli scritti di Giovanni sui Giudei bisogna tenere presente l’occupazione cui era soggetta la Giudea. Re Erode, per metà edomita e per metà arabo, governava la Giudea. Ma la Giudea conservava recenti ricordi degli eccessi imperiali. Gli Edomiti stessi erano stati conquistati e forzatamente convertiti all’ebraismo dagli Asmonei, e pure lo stesso Erode venne cresciuto come un ebreo, da una tribù di ebrei convertiti. Tuttavia egli era un sospettoso e furbo funzionario politico, e non aveva intenzione di lasciare che gli Asmonei guadagnassero un nuovo prestigio politico sotto I suoi occhi, e stroncò infatti la discendenza asmoneica di sacerdoti.

Sposò la bellissima Mariamne, nata da una ricca famiglia asmonea. Infatuato dal fascino di Mariamne, Erode accettò la sua richiesta di nominare il di lei giovane fratello Aristobulo sommo sacerdote e si recò a Gerusalemme per vedere il giovane officiare per la prima volta. Aristobulo era assai popolare tra la folla ed inoltre era un sacerdote asmoneo che aveva legami con la famiglia reale!

Che fosse lui designato per condurre Israele all’antica Gloria, per riportare l’impero asmoneico e diventare il sacerdote messia che gli antenati avevano tanto atteso? Erode temeva molto il fervore messianico, e temeva anche che Aristobulo potesse conquistare il cuore del popolo. Dunque … fece in modo che il giovane ragazzo annegasse. Egli fu l’ultimo sacerdote asmoneo: dopo di lui, I sommi sacerdoti non furono più popolari personaggi asmonei, ma alleati di Erode. Erode era terrorizzato dal fervore religioso in Giudea, ed in particolar modo a Gerusalemme. Detestava il Sinedrio e faceva di tutto per minarne l’autorità e contenerne il potere. Per questo motivo, molti religiosi ebrei temevano a loro volta tutto ciò che avesse a che fare con lui.

Erode, non dimentichiamolo, fece uccidere due giovani farisei per aver rimosso l’aquila romana che egli fece apporre sul Tempio, come simbolo di pluralismo religioso e devozione verso Roma, ma che contrastava con la visione dell’unico Dio agli occhi dei Farisei. Infatti per molti, a Gerusalemme, l’aquila d’oro era il simbolo della sottomissione degli ebrei a Roma. Era tuttavia vantaggioso per i Giudei accettare il giogo romano: gli ebrei erodiani, pro-Roma, erano sostanzialmente pragmatici, pensavano alla propria sicurezza e non volevano che la loro nazione venisse ulteriormente vessata. Disdegnavano le ideologie religiose che si ponevano in aperto contrasto con Roma, ritenendole illuse fantasie.  Il punto è che la leadership religiosa a Gerusalemme era compromessa, e che la pressione politica influenzava il modo in cui si prendevano decisioni.

Il sommo sacerdote di Quirino: Joazar

Quirino fu governatore in Siria dal 6dC al 21dC, periodo in cui la Giudea divenne uno stato sovrano. Lo storico Jona Lendering scrive:

Quirino fu incaricato di organizzare la tassazione della nuova prefettura. Fino ad allora, le tasse venivano pagate in natura. Invece durante il censimento, secondo quanto ordinato da Quirino, gli abitanti erano obbligati a dichiarare i propri possedimenti in denaro. Non ci sono indicazioni che le tasse romane siano state più alte di quelle che andarono a sostituire, ma in generale le tasse in denaro risultavano più onerose delle precedenti, poiché un contadino poteva sempre farsi prestare qualcosa in caso di scarso raccolto. Inoltre, ogni moneta raffigurava l’immagine di una divinità romana o una iscrizione che affermava quella figura essere il divino imperatore: una violazione di due dei dieci comandamenti.

Non c’è da stupirsi se i cittadini non erano entusiasti. Il sommo sacerdote Joazar, tuttavia, riuscì a convincere quasi tutta la popolazione a collaborare con le nuove autorità, dal momento che l’alternativa sarebbe stata il ritorno del detestato Erode Archelao. Eppure rimaneva una certa resistenza. Un fariseo chiamato Zadok ed uno scriba di nome Giuda di Gamala, sostenevano che la tassazione equivaleva ad una riduzione in schiavitù, ed esortavano gli Ebrei a riaffermare la propria libertà. Il loro programma era semplice: Dio era il solo sovrano di Israele, ed era blasfemo pagare un tributo a chiunque altro – incluso l’Imperatore Romano. Se si fossero ribellati, gli Ebrei avrebbero avuto Dio dalla loro parte a sostenerli. Quirino aveva usato il sommo sacerdote Joazar per convincere gli Ebrei ad accettare le tasse. I Farisei erano irrequieti, ma Roma impose nondimeno il suo volere sul popolo, dominato e sottomesso. Questo è un quadro importante da considerare nel clima politico che condusse agli eventi narrati da Giovanni.

I Sommi Sacerdoti Anna e Caifa

Sommo sacerdote durante il tempo di Gesù fu Yosef Bar Kayafa, Caifa, genero di Anna. Anna era stato nominato sommo sacerdote dal governatore della Siria, Quirino, ed utilizzava il proprio ufficio per eseguire condanne capitali non autorizzate. Anna, quindi, era temuto da tutti per il modo in cui teneva la legge nelle proprie mani, e si guadagnò fama di uomo assai brutale. Tuttavia, dopo essere stato rimosso nel 15dC, continuò ad esercitare una forte influenza politica sui sacerdoti. Si legge, in Luca 3:2, che Gesù nacque nel periodo del sacerdozio di Anna e Caifa. Luca descrive persino Anna come l’effettivo sacerdote in Atti 4:6, notando:

Anna il sommo sacerdote era lì, e cosi Caifa, Giovanni, Alessandro egli altri uomini della famiglia del sacerdote.

 Si considerino le parole di Giuseppe Flavio su Anna:

 Si dice che il vecchio Anna fosse estremamente fortunato. Aveva cinque figli, tutti divenuti sommi sacerdoti dopo che egli stesso aveva precedentemente goduto di quell’incarico per un periodo veramente lungo – un fatto che non era mai accaduto a nessun altro sacerdote”. (Jewish Antiquities XX, 9.1)

Giuseppe Flavio osserva che Anna aveva consolidato il proprio potere in Gerusalemme. Egli sottende quanto Luca afferma apertamente: il sacerdozio era imperniato sulla parentela con Anna, più che su altri fattori. Anna era pragmatico e cinico, desideroso di assicurare prosperità alla propria famiglia.

Il Talmud a proposito dei sommi sacerdoti.

Per riassumere, Erode, si è detto, temeva talmente tanto il fervore religioso-messianico in Giudea da far eliminare Aristobulo, e poter così evitare che il popolo insorgesse contro Roma e vedesse in lui un sacerdote-eroe. Per contro, Anna ed i suoi figli erano stati scelti da Roma sostanzialmente come cariche politiche. Questo aiuta a spiegare come mai il Talmud abbia un giudizio tanto negativo su Anna e Caifa. In Pesachim 57°:

“Guai alla casa di Anna!

Guai al sibilo del loro serpente!

Sono sommi sacerdoti:

i loro figli sono custodi del tesoro,

i loro generi sono guardiani del Tempio,

ed i loro servitori battono il popolo col bastone”.

 Il Talmud condanna Anna e Caifa chiaramente, chiamandoli serpenti e dannandoli. È spesso ignorato quanto entrambi siano impopolari per il giudaismo tanto quanto lo sono per la cristianità! Il giudaismo li vede essenzialmente come tirapiedi di Roma: nel Talmud sono giudicati degli ipocriti che fanno uso del potere religioso per opprimere il loro stesso popolo e vessarlo. Per questo motivo è un grande errore collegare Anna e Caifa ad una qualche collettiva volontà del popolo ebraico di crocifiggere Gesū. È molto importante per i Cristiani di oggi comprendere che essi erano piuttosto una manifestazione collaborazionista del controllo di Roma su Gerusalemme, anziché i portavoce del popolo Israelita.  E tuttavia l’interrogativo rimane: se erano davvero cosi impopolari, come mai riuscirono ad ottenere il consenso popolare in merito alla condanna a morte di Gesù?

La trama contro Gesù

 Giovanni riporta il momento cruciale e rivelatore in cui l’élite giudaica decide che Gesù debba essere messo a morte, e ci dice sull’occupazione romana molto più di quanto noi possiamo immaginare. Leggiamo nel Capitolo 11:

[47]Allora i sommi sacerdoti e i farisei riunirono il sinedrio e dicevano: “Che facciamo? Quest’uomo compie molti segni. [48]Se lo lasciamo fare così, tutti crederanno in lui e verranno i Romani e distruggeranno il nostro luogo santo e la nostra nazione

A questo punto Caifa decide:

Voi non capite nulla [50]e non considerate come sia meglio che muoia un solo uomo per il popolo e non perisca la nazione intera.

Il punto quindi non è che gli Ebrei volessero o meno uccidere Gesù. Piuttosto si deve riconoscere che troppi erano gli Ebrei che credevano in lui, e questo era il problema, secondo Anna e Caifa. Caifa ed i suoi alleati erano preoccupati a causa del fervore diffuso tra la gente. Temevano una rivolta politica, e l’inevitabile rappresaglia di Roma. Il pensiero di Caifa era questo: se coloro che dai Romani sono ritenuti i capi dei Giudei non sono in grado di mantenere ordine nella nazione, Roma sottometterà completamente la Giudea, e questa sarà la fine della posizione privilegiata di Anna a Gerusalemme. Se Anna cade, cadranno molti dei suoi alleati nel Sinedrio.

Questo è il motivo per cui gli alleati di Caifa ed Erode cercano di incastrare Gesù con il famoso dilemma delle tasse, se sia cioè lecito pagare o meno il tributo a Cesare (Marco 12:14-17). Se Gesù avesse detto “no”, allora Caifa avrebbe potuto allertare Roma contro di lui, dipingendolo come il pericoloso e rivoluzionario capo dei ribelli. Invece la risposta di Gesù – Date a Dio quel che è di Dio, e a Cesare quel che è di Cesare – rivela Gesù come un personaggio rispettoso delle istituzioni, nonostante sia visto invece come un fuorilegge. Si confronti questo con l’atteggiamento di Joazar, e l’approccio rivoluzionario di Giuda lo Zelota, in merito alla tassazione. Gesù si pone al di fuori e a margine di questa controversia, e questo fa infuriare coloro che gli si oppongono.

I Farisei

Nonostante alcuni Farisei di alto rango siano alleati di Anna e sostengano la sua posizione nei confronti di Roma, è anche lecito pensare che non tutti i Farisei (o i membri del Sinedrio) siedano con lui. Si è già fatto menzione di quei Farisei che si erano opposti ad alcuni aspetti dell’autorità Romana, delle leggi e delle imposizioni religiose. Sicuramente questi non avrebbero avuto molta simpatia per Anna, che consideravano invece cinico e corrotto.

Luca riporta che i farisei si recarono da Gesù, mettendolo in guardia circa l’intenzione di Erode di ucciderlo. Inoltre, Giovanni riporta che un Fariseo riconoscesse in Gesù il messia sulla Terra, e Marco che sia stato un membro del Sinedrio a trasportarne il corpo. Luca in seguito afferma che Gamaliele ed altri Farisei furono tolleranti e compassionevoli verso i discepoli di Gesù.

In conclusione, diversi Farisei ebbero diverse attitudini verso di lui, a seconda dei loro personali interessi, legami politici, credenze spirituali e convinzioni interiori. Perciò sarebbe errato immaginare che tutti i religiosi abbiano cospirato insieme per uccidere Gesù ed allearsi con Anna e Caifa, laddove questi sacerdoti stavano cercando di proteggere il proprio ruolo di ebrei privilegiati sotto l’occupazione Romana.

Dopo tutto, enormi folle di pellegrini da tutta la Galilea accolsero Gesù nella città rallegrandosi e con le palme, dimostrando che tra la gente di Israele c’era certo un gran parlare di Gesù, ma quasi nessuna comprensione del suo operato. Questi pellegrini rivelano lo spirito del tempo e del luogo più dei funzionari religiosi al servizio di Roma che cercavano di fomentare le masse. I Vangeli presentano la popolarità di Gesù come un discrimine per i farisei: distinguono tra coloro che lo ammiravano,  coloro che complottavano con Anna e Caifa, e coloro che in generale non avevano deciso quale posizione prendere.

VII “Non abbiamo altro re che Cesare!”

Prima di essere condannato a morte, Gesù viene condotto davanti ad Anna.

Anna, incaricato da Quirino e poi deposto, poiché assetato di sangue, lo accusa. Egli ammonisce Gesù per aver disonorato i sommi sacerdoti, dopodiché lo invia al genero Caifa, prima che egli compaia dinanzi a Pilato. Pilato non condivide le stesse preoccupazioni Anna, e semplicemente non riesce a comprendere ciò con cui ha a che fare. Un perplesso Pilato chiede ad Anna e ai suoi alleati se davvero vogliono che lui mandi a morte il loro “re”. Costoro rispondono:

“Non abbiamo altro re che Cesare!”

 È abbastanza difficile immaginare che la maggior parte degli ebrei del tempo avrebbe parlato allo stesso modo. Ma, questo è invece in linea con l’atteggiamento di Anna. Infatti, questa posizione assume un senso solo se pronunciata da coloro che sono già alleati di Cesare, ossia, coloro che beneficiano politicamente dell’occupazione romana: i sacerdoti e gli ufficiali vicini ad Erode. I discepoli di Gesù, di contro, impazientemente gli chiedono quand’è che lui riporterà il regno di Israele (Atti 1:8).

I Vangeli presentano la cospirazione contro Gesù come fatto di interessi personali di un piccolo gruppo di religiosi, e non una trama a livello nazionale. Pilato, io credo, si pone a metà,  con il suo voler deliberatamente rimanere all’oscuro. Egli finge una conversazione con una folla che sa perfettamente essere stata radunata dai suoi stessi alleati, una folla che riflette i desideri della casa di Anna, e non il volere della nazione ebraica.

Opportuno notare che la parola utilizzata da Matteo per la folla che acclama Barabba, OCHULUS, fa riferimento ad una piccola folla o calca, laddove la parola comunemente utilizzata per una folla, PLETHOS, indica invece una larga moltitudine. Lo studioso JD Crossan considera ochulus un riferimento ad appena poche decine di persone. Pertanto, questa folla non può essere la stessa folla che aveva accolto Gesù a Gerusalemme la domenica delle Palme. Riporto quanto sopra, dato che spesso un’altra accusa è quella che i volubili Ebrei avrebbero accolto  Gesù con palme e “Hosanna!” per poi crocifiggerlo cinque giorni dopo. Questa, evidentemente, non è la stessa folla.

Il gruppo di sostenitori di Anna, chiedono che sia Barabba, e non Gesù, ad essere rilasciato. Il fatto che la folla parteggi per Barabba e non per Gesù indica solamente che Anna considera Gesù una minaccia rivoluzionaria più pericolosa di Barabba. Pilato è colui che forse ritiene il contrario, e infatti Gesù non dice niente che Pilato percepisca come una sfida al potere di Roma a Gerusalemme. Pilato vede le cose diversamente: egli è più preoccupato del violento criminale Barabba che di Gesù, il quale non è né un violento né un criminale. Questo poi è scontato: Pilato è assai meno sensibile al messianismo ebraico, pertanto non coglie quello che invece percepisce Anna. Pilato non può fissare una legge che consenta di uccidere Gesù facilmente, e non ha alcun reale desiderio di ucciderlo. Questo, non perché egli sia buono: piuttosto, egli semplicemente non percepisce il pericolo Gesù al modo in cui lo percepiscono Anna e Caifa. Infine, Pilato non fa che accettare il giudizio di Anna e dei suoi alleati.

VIII. Accusa del sangue

La frase di Matteo 27:25 viene pronunciata da qualcuno nella folla:

“ Il suo sangue ricada su di noi ed i nostri figli!”

Ma costoro sono, ancora una volta, parte della folla affiliata di Anna, e non la nazione tutta. In ogni caso, i Vangeli non incoraggiano i lettori a dar seguito a quanto sopra, o a seguire il parere della folla. Se i credenti non devono dar credito alla folla  che chiede il sangue di Gesù, perché dovrebbero darle credito quando parla del proprio sangue? Comunque, le ultime parole di Gesù sono di perdono verso coloro che l’hanno portato alla morte (“Padre, perdona loro perché non sanno quello che fanno”), e per questo stesso motivo non sta ai suoi seguaci condannare qualcuno per quel crimine o cercare vendetta. La teologia del Nuovo Testamento sostiene che sia l’Umanità intera ad essere collettivamente responsabile per la morte di Gesù, piuttosto che un particolare gruppo di persone. Se usiamo Matteo 27:25 per accusare tutti gli Ebrei di aver ucciso Gesù, allora possiamo usare anche Luca 18:32 per accusare tutti i Gentili (“non ebrei” n.d.t.) per lo stesso fatto. Il punto è che fin dall’inizio era volontà di Dio che Gesù morisse, ed egli ha fatto dono della propria vita volontariamente, in redenzione dei nostri peccati.

Conclusione

Anna ed i suoi erano largamente considerati uomini corrotti, intoccabili, cinici, violenti ed egoisti. Il sacerdozio e la nazione degli Asmonei non sarebbero stati ripristinati, e la leadership giudaica sotto Anna fu una rozza parodia di quanto le persone realmente desideravano: più nel segno dei Sette Colli che del Monte Sinai.  Per questo motivo i Giudei attendevano un eroe messianico, per liberare Israele una volta per tutte da Roma. Dato il modo in cui seppe vincere il cuore delle persone, Gesù sembrava rivestire quel ruolo, e questo era ciò che l’entourage di Anna più temeva.

Probabile che Anna desiderasse sbarazzarsi di Gesù per le stesse ragioni per cui Erode volle liberarsi di Aristobulo. Possibile inoltre che ci siano molti paralleli anche tra il modo in cui gli scagnozzi di Erode  annegarono Aristobulo nel palazzo di Erode durante la notte, ed il modo in cui quelli di Anna arrestarono Gesù nel Getsemani di notte.

Nel cacciare Gesù, Anna non si guadagnò il supporto della base del popolo ebraico, sarebbe stato impossibile. Invece, forzò il braccio di Pilato ed architettò una situazione estremamente plateale. Da allora, il Giudaismo ha ricordato Anna come un uomo del male.

Non crediamo che i Cristiani debbano avere alcuna ragione per ritenere l’intera popolazione ebraica responsabile per la morte di Gesù. Invece, la morte di Gesù dovrebbe essere letta come conseguenza della sua popolarità presso il giudaismo del suo tempo. Infine, Gesù fu messo a morte secondo il modo Romano di uccidere i prigionieri. Venne deriso dai soldati di tutto l’impero, per essere un Giudeo, e per essere stato ritenuto una figura regale da molti. Il soldato che insultò Gesù, sputandogli, avrà ritenuto che egli fosse solo un’altra testa calda rivoluzionaria, un antagonista che non voleva accettare la legge Romana, un altro criminale giudeo.

Di: Joe Wissman, tradotto in italiano

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